Il primo processo delle streghe in Val di Non/Appendice

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Appendice

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Parte IV

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APPENDICE:

Squarci dialettali estratti dall’istruttoria e un documento confessorio



1. Preghiera della Croce. - Pag. 377-378 del Ms. (Cantilena sacra).

2. Preghiera di Santo Stefano. - Pag. 377. (Squarcio informe, difficilmente intelligibile e quasi indecifrabile d’una cantilena religiosa allora in voga).

3. Orazione di Santa Maria Maddalena. - Pag. 386. (Giaculatoria).

4. L‘orazione delle tavole di Roma. - Pag. 427.

5. Ricetta popolare contro el mal del cavo. - Pag. 480.

6. Contro el mal de la manara e ’l mal del tai. - Pag. 485.

7. Documento confessorio dei coniugi Zucali di Romeno. Ms. 615/31.


1. Preghiera.


Crose, santa crose degna
dio me vardia si me sègnia
Crose, santa, crose digna1
dio me vedia si me signia
le undes milli cros
con le mani glorios
per andir et dire (?)
Ora pro nobis (?) miserere nobis,
madre del gran confort,
aidame condur st’anima al bon port
In ziel, in Paradis, la voron nar a ondir
quel gran tremor chel fava el nos segnor
al vender sant maòr.

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Mi, Maria, morirai
Zo per la val d’Issofatta andarai
si col falso nemico incontrarai
dirai: sta via tu falso nemico
che no me post ne noser ne inganar
che le undes mili cros
l’ai fate far sul pont del me passar.


2. La canzone di Santo Stefano.2


(Dominus maudavit per eam recitari et per me
describi orationes, ut ipsa vocat, nuper
recitatus de verbo in verbum:)
Pr. nos alt. S. (Per el nostro altissimo signore)
denanci lostia Christo (denanci fossi a Cristo)
Bramant sant Steffen (chiamant’ Santa Stefen)
granda Lealtà
una casa l’haveva in cielo e l’altra in terra
nar ent dal pont long e dal più cort
se moverà la semola
madre S(uora?) Maria per la seva in lort (manda S.ta Maria per la serva in cort)
do la coviva salvia
la disea se mi credes che fussi gravia,
el me cortel torui (toruei?)
e mi stessa mi ucirui (uciruei — ucirai?)
rispond el nos signor Iesu Christo
chel sentia li doi amixi
giamai non fossiu fi mei (gia mai no fossi a fe mia giamai no fossiu femena)
quando di terra mi part
questo sarà in cau i 40 dì
el prevet cantarà la messa
mi sarai a salotart
chel cantara la pistola
che t(ante) (o trei) volte la dirà per mio amor
e per vostra carità
gia mai le pene del infern no le toccarà.

[p. 37 modifica]3. L’orazione di Catharina detta la Castellana, vedova di Paulo di Johannes da Portolo.

Santa Maria Madalena Mader dei s(anti)
Mader che fossiu del nobel Constantin
Imperator, passasseu l’auto mar
per la santa cros trovar
benedeta la trovasseu
benedeta relibrasseu
Si in te le part del mond che la portasseu
in Roma en Franza en Hierusalem
Dio consedia gratia che gattia quel che hai perso.


Sequenza.

Et poi si dis un pater noster un ave Maria a honor d’Idio e di S. Maria.


4. L’orazione „le tavole da Roma“ della Gadenta da Bresimo.

El nos S.r Jesu Christ
che veg p.a (ven mess - ven press’ - ven per?) al mondo
p. noi peccadori
dime le doi tavole de Roma
una del S.r Jesu Christ
che sempre si n’aidia
dime quelle trei, trei Patriarchi che hàn nom
Isac, Iacob e Abralam, trei tavole da Roma
una del S.r Gesu Christ, che sempre si n’aidia.
Dime quelle quater, quater Evangelisti
ch’el moud sostegn, san March, san Mathè
san Luca e san Zoan.
Dime quelle cing i libri che Christo gi lezeva
Dime quelle sei i oradori chel pregava per noi peccadori di e not.
Dime quelle set, sette n’è i cieli ch’ard a Hierusalem.
Dime quelle otto, le otto anime viste (triste?) che stava in l’archa de Noe.

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Dime quelle nof, i oradori che orava per noi peccadori.
Dime quelle (dies) quei che fava la pausa (fausa? fransa?)
al sol e alla luna.
Dime quelle undes, undes milli vergeni che
compagnava la vergine maria.
Dime quelle dodes, i santi dodes apostoli che compagnava
el nos Jesu Christ.
Dime quelle tredes, quei ch’ha ligà el faus nos
nemig, zol font del abis che nol se possia
mai desligar ne in sto mond ne all’auter.


5. Ricetta popolare contro el mal de cavo.


Anna vedova detta la Tuenetta consiglia di

prendere un fazol e gi ligo la testa digando: In nome de Christo e della S.ta Maria, di mettere la sua man avanti la mia, e benedetto il fazol nel nome della Trinità lo tiene stretto dietro la testa digando:

Mader Santa Maria
che semper per una via
la s’incontrava in m(esser) San Sist
e dis: che fast qui Sist?
chem parest; esser lassi (e trist)
El dis mi possi ben
esser lassi mader, Mader che lè 3 die e 3 not chel
mal del cau no me dà logo (m’da logo - no m’ha lagà?)
Viei via con mi, Sist
che aque grande gattaren
e aque grande gatteren
el mar passaren
el mal del cau ge lagaren
In nom del Pader, del fiol, del Spirito Santo.

E allora ingroppo el fazzoletto et questo sel mal non lassa li fra 3 mattine e ligo el fazoletto con tutte doi le man. [p. 39 modifica]

6. Contro el mal de la manara.


Togo en coltello el metto sopra al mal de la manara
qual sol vegnir su le gambe o nelle ditie
col taglio fazendoge na cros col coltello digo:
Christo là fat el di
Christo l’ha fat la not
Christ e la vergine Maria toga via sto bot.
In nome del Pader del fiol e dello Spirito Santo
In nome de Dio o della vergine Maria
ge metti la so man avanti la mia!
La qual cosa serve anco al mal del Tai.


7. Documento confessorio dei coniugi Zucali di Romeno.


Noi Vigilio e Maria Zugali di Romeno, sendo stati per dispositione di più testimoni et altri argomenti et presentazioni, risultanti dalli processi contro noi formati, riputati per colpevoli d’esser intervenuti alli retrovi delle streghe che si fanno in Romeno et ivi d’aver fatte riverenza et obbligazione al Demonio sedente in cattedra, mangiato, bevuto e sollazzato ed anco renonziato a Dio et al battesimo et fatto altre inique attioni, che in quelle profane congregazioni son soliti a fare le streghe et stregoni et perciò condannati a riconoscere tali errori et abiurare e rinunciare a tutte le cose antedette et a promettere d’astenersi per l’avenire et come più diffusamente ci viene ordinato in d.a sentenza volendo seguir il contenuto di detta sentenza et ubbiriere al comando de S.S.ri Inquisitori.

Primieramente confessiamo che ogni et qualunque detto et fatto del quale siamo dichiarati o possiamo esser dichiarati colpevoli nel foro esteriore di aver portate et commesso rispettivamente in quelli redoti diabolici di Romeno, cioè d’esservi andati per più anni, d’aver fatto reverenza et adorato il Demonio, promessogli ubbidienza, renunciando a Dio e al Battesimo, mangiato bevuto sollazzato e simil altre azioni d’empietà solite a farsi da persone [p. 40 modifica]malefiche, il tutto esser stato contro le leggi divine et humane, in offesa della Divina Maestà dell'onnipotente Iddio, quale riconoscono et abbiamo riconosciuto sempre creatore dell’universo et conservatore del tutto et che ha per mezzo del suo unigenito figliuolo Gesù Christo nostro Redentore, da giudicare li vivi el li morti, e sicome all’incontro riconoscemo e sempre habbiamo riconosciuto il Demonio per creatura rebelle a Dio et che è fuori della sua verata gratia et inimico della humana natura, benchè per colpa nostra et per le cose contenute nelli processi siamo reputati d‘averlo riverito et reconosciuto altrimente. Però renonciamo ad esso et in ogni tempo a qual si voglia atto di reverentia, adorazione et honore che siamo imputati d’haver esibito al Demonio et parimente a ogni patto et promessione et obbligazione fattagli et a qualsivoglia altro atto che fosse stata da noi fatto idolatrando e apostatando dal culto del nostro vero Dio, professando et promettendo con giuramento, ivi effettualmente toccando le Sante Scritture, prestato in mano di S. S. Molto R.a di voler invece sotto la grazia di sua divina Maestà, del santissimo Battesimo e nelle via delle bone opere e sotto la protezione et ubidienza della Santa Chiesa Cattolica et Romana, et conforme a suoi santi decreti et precetti, nè da quella mai deviare, detestando et renonciando ogni heresia et apostasia et particolarmente quella de Malefici che contiene la aversione et renegazione del vero Dio, del Battesimo et delle bone opere, l’adorazione et servitù del Demonio et la frequentazione delli concorsi di streghe et stregoni con altri nefandi delitti: alla quale sotto l’istesso giuramento promettono et s’obbligano ambedue et ciascuno di noi di mai per qualsivoglia tempo ot in qualsi voglia modo adherire, ne di mai andare a detti o simili retrovi o in altra maniera haver patti espressi o taciti col Demonio o esercitare l’arte o pratiche diaboliche de malefici, ne dar alcun segno d’esser di questa nefanda professione, sub poena relapsi, cioè sotto tutte le pene introdotte dai sacri canoni, et delle leggi Imperiali contro gli heretici et persone malefiche vel elapse, in qual pene s’intendi che ricorriamo et incorsi siamo ogni volta che noi o alcuno di noi sarano trovati colpevoli o colpevole d'alcuna delle dette cose obbligando per maggior asseverazione tutti li nostri beni in solidum presenti et futuri. Promettendo anco di adempir e sodisfar alla penitenza salutare che piacerà a V. S. M. Rev.da di imporre conforme alle nostre forze, instando esser [p. 41 modifica]admessi et dichiarando d’haver ubbidito alla Sentenza dei S. S.mi inquisitori et gratiati dell’assoluzione necessaria.

Dichiarazione estesa in presenza di

Baldassare Arnoldo notaio
Cristoforo Campo
Laurentio Trevisano
Antonio Inama notaio di Coredo
Nicolò Coredo
J. Balleste de Pauli di Mezo S. Pietro.
Simone do Paoli di Nano3.

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Bibliografia.


1. Dott. Cesare Musatti: La lettera d’ una strega veneziana del cinquecento. Arezzo, 1895.

2. Malleus Maleficarum. Lugduni, 1669.

3. Die Hexenprozesse im Fürstentum Brixeu von Hartmann Ammann. Forschnghen n. Mitteilungen. 1914, I. Innsbruck, 1914.

4. Ludwig Rapp: Die Hexenprozesse und ihre Gegner ans Tirol. Innsbruck, 1874.

5. Q. Perini: Il secondo processo delle streghe di Nogaredo. „Tridentum“ N. pag. 435.

6. S. Marco: Studi e materiali per la storia di Rovereto e della Valle Lagarina. Appunti e notizie. 1909, N. 3-4, pag. 168.

7. Del Rio Mart.: Disquisitionum magiarum libri sex. Coloniae, 1670.

8. Hipp de Marsilijs. Tractatus de’ quaestionibus in quo materiae maleficorum pertractantur.

9. Magica de spectris et apparitionibus spirituorum. Lugduni, 1656.

10. Tartarotti G.: Del Congresso notturno delle lammie. Rovereto. 1749.

11. Tartarotti G.: Apologia del Congresso notturno delle lammie. Venezia, 1751.

12. Tractatus diversi super maleficiis, nempe Alberti de gaud. Venetüs, 1560.

13. Raph. Venosti: Maleus Hereticorum et alii tractatus. Venetiis. 1543.

14. Prosp. Farinacii: Tractatus de Haeresi. Antwerpiae, 1616.

15. Prosp. Farinacii: Praxis et theorica criminalis. Venetüs, 1575-98.

16. Sacro Arsenale ovvero Prattica dell’officio della S. Inquisitione ampliata. Roma, 1639.

17. Biblioteca del Ferdinandeo-Innsbruck, D. 2, 58-1. Processus Magici, a. 1614-1615 in Valle Anauniae. — Vedi Maffei Periodi storici, ecc. ecc. Rovereto, 1805, pag. 37.

18. Ibiden T. B. Zg. 10. Hexenprozesse in Primiero, 1647-1651. (Questi due dati bibliografici sono addotti solo come fonte possibile. L’A. non vi attinse).

19. T. Dandolo: La Signora di Monza e le Streghe del Tirolo. Processi famosi del secolo XXII. Milano, 1855.

20. Francesco Ambrosi: Carlo Emanuele Madruzzo e la stregoneria. Appunti di storia Trentina. Archivio veneto. Serie TI, Tomo XXXII. Parte I, 1886. [p. 43 modifica]

21. Ignaz v. Zingerle: Ein Breitag zu den Hexenprozessen in Tirol, im 17. Jahrhundert. Zeitschrift, d. F. III, 1882, Tomo 26, pag. 181.

22. Ammann Hartmann: Der Innsbrucker Hexenprozess vom Jahre 1485, Z. d. F. III. 1890, Tomo 34.

23. Dott. Ignaz Pfaundler: Ueber die Hexenprozesse der Mittelalters mit spezieller Beziehung auf Tirol. Neue Zeitschrift der Ferdinandeums. Innsbruck, 1843, IX vol., pag. 81.

24. Anonimo: Nonsberger Hexenprozesse in den Jahren 1614-15, (der Sammler für Geschichte und Statistick von Tirol, III Band, III St. Innsbruck, 1807, pag. 272).4

Note

  1. Avendo nel testo le vocali e ed i lo stesso segno grafico, non mi riesce di definire esattamente quale dei due suoni sia da adottarsi (degna o dignità?)
  2. Fra parentesi una versione che trova nella grafia alquanto scarabocchiata eguale giustificazione come il testo precedente la stessa.
  3. Questo documento, già pubblicato in un Opuscolo dell’Ambrosi e in un lavoro tedesco, è qui riprodotto perchè organicamente necessario per chiudere il ciclo degli atti processuali di cui diamo notizia.
  4. Devo qui ringraziare l’amico Gino Onestinghel che mi fu largo di indicazioni bibliografiche.