Io non ho nome

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Pietro Cimatti

1958 Letteratura letteratura Io non ho nome Intestazione 6 settembre 2009 25% Letteratura

Bianco

Per questo foglio – prima che sia l’ora
petrosa dei miei sonni –
Madre, cammini. Cadono le ore
lacrime di campane: vanno al canto
della speranza vele di febbraio,
fuochi lontani dalla costa.
Ascolto per le ore
passare il vento. Partono gabbiani
e si gridano addio; fuochi di luna
sono gli ossi di seppia,
notturne fiamme della luna. L’ore
lacrime di campane ci sommergono.

Per questo foglio – prima che la pietra
bianca del nostro sonno mi ricopra – ancora
Madre cammini: e te ne vai nel vento
che scioglie il mare a un canto funerario.
Per questo foglio passi, ombra scontenta.

Io non era

Io non era per piangere che venni
ma poi, piangendo, l’ho dimenticato.
Forse a cantare – questa larga bocca
per antiche focacce di guerriero –
E l’occhio guarda fiero, ma se accenni
un’ombra tu, vedi come mi tocca
fuggire per non piangere – guerriero
tanto sconfitto e tante volte. Venni
forse a scordare la mia bocca
che troppo rise – quando, l’ho scordato.