Istorie fiorentine/Libro quarto/Capitolo 31

Da Wikisource.
Libro quarto

Capitolo 31

../Capitolo 30 ../Capitolo 32 IncludiIntestazione 31 agosto 2009 75% Storia

Libro quarto - Capitolo 30 Libro quarto - Capitolo 32

Partiti con questa conclusione, i Signori nuovi entrarono in magistrato; e il Gonfaloniere, per darsi reputazione e per sbigottire quelli che disegnassero opporsegli, condannò Donato Velluti suo antecessore, alle carcere, come uomo che si fusse valuto de’ danari publici. Dopo questo, tentò i compagni per fare ritornare Cosimo; e trovatigli disposti, ne parlava con quelli che della parte de’ Medici giudicava capi: da’ quali sendo riscaldato, citò messer Rinaldo, Ridolfo Peruzzi e Niccolò Barbadoro, come principali della parte avversa. Dopo la quale citazione, pensò messer Rinaldo che non fusse da ritardare più, e uscì fuora di casa con gran numero di armati: con il quale si congiunse subito Ridolfo Peruzzi e Niccolò Barbadoro. Fra costoro erano di molti altri cittadini, e assai soldati che in Firenze sanza soldo si trovavano, e tutti si fermorono secondo la convenzione fatta, alla piazza di San Pulinari. Messer Palla Strozzi ancora che gli avesse ragunate assai genti, non uscì fuora, il simile fece messer Giovanni Guicciardini: donde che messer Rinaldo mandò a sollecitargli, e a riprendergli della loro tardità. Messer Giovanni rispose che faceva assai guerra alla parte nimica, se teneva, con lo starsi in casa, che Piero suo fratello non uscisse fuora a soccorrere il Palagio; messer Palla, dopo molte ambasciate fattegli, venne a San Pulinari a cavallo, con duoi a piè, e disarmato. Al quale messer Rinaldo si fece incontra, e forte lo riprese della sua negligenzia; e che il non convenire con gli altri nasceva o da poca fede o da poco animo; e l’uno e l’altro di questi carichi doveva fuggire uno uomo che volesse essere tenuto di quella sorte era tenuto egli. E se credeva, per non fare suo debito contro alla Parte, che gli nimici suoi, vincendo, gli perdonassero o la vita o lo esilio, se ne ingannava. E quanto si aspettava a lui, venendo alcuna cosa sinistra, ci arebbe questo contento, di non essere mancato innanzi al pericolo con il consiglio, e in sul pericolo con la forza; ma a lui e agli altri si raddoppierieno i dispiaceri, pensando di avere tradita la patria loro tre volte: l’una quando salvorono Cosimo; l’altra quando non presono i suoi consigli; la terza allora, di non la soccorrere con le armi. Alle quali parole messer Palla non rispose cosa che da’ circustanti fusse intesa; ma, mormorando, volse il cavallo, e tornossene a casa. I Signori, sentendo messer Rinaldo e la sua parte avere prese le armi, e vedendosi abbandonati, fatto serrare il Palagio, privi di consiglio, non sapevano che farsi. Ma soprastando messer Rinaldo a venire in Piazza, per aspettare quelle forze che non vennono, tolse a sé l’occasione del vincere, e dette animo a loro a provedersi, e a molti cittadini di andare a quelli e confortargli a volere usare termini che si posassero le armi. Andorono adunque alcuni meno sospetti, da parte de’ Signori, a messer Rinaldo; e dissono che la Signoria non sapeva la cagione perché questi moti si facessero, e che non aveva mai pensato di offenderlo; e se si era ragionato di Cosimo, non si era pensato a rimetterlo; e se questa era la cagione del sospetto, che gli assicurerebbero; e che fussino contenti venire in Palagio; e che sarebbono bene veduti e compiaciuti d’ogni loro domanda. Queste parole non feciono mutare di proposito messer Rinaldo; ma diceva volere assicurarsi con il fargli privati, e di poi a benificio di ciascuno si riordinasse la città. Ma sempre occorre che dove le autorità sono pari e i pareri sieno diversi, vi si risolve rade volte alcuna cosa in bene. Ridolfo Peruzzi, mosso dalle parole di quelli cittadini, disse che per lui non si cercava altro se non che Cosimo non tornasse, e avendo questo d’accordo, gli pareva assai vittoria; né voleva, per averla maggiore, riempiere la sua città di sangue; e però voleva ubbidire alla Signoria. E con le sue genti ne andò in Palagio, dove fu lietamente ricevuto. Il fermarsi adunque messer Rinaldo a San Pulinari, il poco animo di messer Palla e la partita di Ridolfo avevano tolto a messer Rinaldo la vittoria della impresa; ed erano cominciati gli animi de’ cittadini che lo seguivano a mancare di quella prima caldezza. A che si aggiunse l’autorità del Papa.