Istorie fiorentine/Libro secondo/Capitolo 31

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Libro secondo

Capitolo 31

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Lo Imperadore, arrivato a Roma, creò uno antipapa, e ordinò molte cose contro alla Chiesa, molte altre senza effetto ne tentò; in modo che alla fine se ne partì con vergogna, e ne venne a Pisa; dove, o per sdegno, o per non essere pagati, circa ottocento cavagli tedeschi da lui si ribellorono, e a Montechiaro, sopra il Ceruglio, si afforzorono. Costoro, come lo Imperadore fu partito da Pisa per andare in Lombardia, occuporono Lucca, e ne cacciorono Francesco Castracani, lasciatovi dallo Imperadore, e pensando di trarre di quella preda qualche utilità, quella città ai Fiorentini per ottanta mila fiorini offersono; il che fu, per consiglio di messer Simone della Tosa, rifiutato. Il quale partito sarebbe stato alla città nostra utilissimo, se i Fiorentini sempre in quella volontà si mantenevano; ma perché poco di poi mutorono animo fu dannosissimo; perché, se allora per sì poco prezzo avere pacificamente la potevono e non la vollono, di poi, quando la vollono, non la ebbono, ancora che molto maggiore prezzo la comperassero; il che fu cagione che più volte Firenze il suo governo, con suo grandissimo danno, variasse. Lucca adunque, rifiutata dai Fiorentini, fu da messer Gherardino Spinoli genovese per fiorini trenta mila comperata. E perché gli uomini sono più lenti a pigliare quello che possono avere, che non sono a desiderare quello a che non possono aggiugnere, come prima si scoperse la compera da messer Gherardino fatta, e per quanto poco pregio la aveva avuta, si accese il popolo di Firenze di un estremo desiderio di averla, riprendendo se medesimo e chi ne lo aveva sconfortato; e per averla per forza, poi che comperare non l’avevano voluta, mandò le genti sue a predare e scorrere sopra i Lucchesi. Erasi partito, in questo mezzo, lo imperadore di Italia; e lo Antipapa, per ordine de’ Pisani, ne era andato prigione in Francia; e i Fiorentini, dalla morte di Castruccio, che seguì nel 1328, infino al 1340, stettono dentro quieti, e solo alle cose dello stato loro di fuora attesono, e in Lombardia, per la venuta del re Giovanni di Buemia, e in Toscana, per conto di Lucca, di molte guerre feciono. Ornorono ancora la città di nuovi edifici; perché la torre di Santa Reparata, secondo il consiglio di Giotto dipintore in quelli tempi famosissimo, edificorono; e perché, nel 1333, alzorono, per uno diluvio, le acque d’Arno in alcuno luogo in Firenze più che dodici braccia, donde parte de’ ponti e molti edifici rovinorono, con grande sollecitudine e spendio le cose rovinate instaurorono.