Canto secondo
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9 settembre 2019
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<dc:title> L’Ulisse </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Ludovico Dolce</dc:creator>
<dc:date>1573</dc:date>
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20210726122533
L’Ulisse - Canto secondo Ludovico DolceDolce - L'Ulisse.djvu
POI CHE ’L seguente dì la bella aurora
Co’ bei crin d’oro, e con rosato aspetto
Dal balcon d’oriente appare fuora,
Tornando in grembo al suo sposo diletto:
D’’Ulisse il figlio, ch’attendea quell’hora
Tutto pien di desire uscì di letto,
Ratto si veste, e al fianco pon la spada.
Et ove bisognò prese la strada.
Trova i trombetti, e lor altero impone,
Che bandisca il messaggio à Greci tosto:
E vengan nella sua stessa magione,
Che ’n questo luogo egli l’havea proposto;
V’aviene adunque ogni primier barone:
Et egli ne la sedia si fu posto
Del padre, che ’n paesi era lontani,
E presso li giacean due bianchi cani.
Teneva in man l’ardito giovinetto
Una lung’hasta, e la poneo da parte.
Quivi era un huom d’Egitto, ch’a diletto
Havea visto del mondo una gran parte:
Ma prudente, e ripien d’alto intelletto,
Però ch’havea vivuto la sua parte:
Questo fu ’l primo, il qual ragionar volse
In quel consiglio, e che la lingua sciolse.