L'amor coniugale e le poesie d'argomento affine/De amore coniugali/Libro II/Le nenie/XVIII

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XVIII. Nenia undecima

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XVIII

NENIA UNDECIMA

(La mamma, celiando)


“Lisa fa’ presto, discendi, vien qua, il mio bimbo è già desto,
Lisa diletta, questo tuo bel tesoro prendi.

Ha sete, ma un dolce sorriso gl’illumina il volto: perché?
volge gli occhietti a te, cara, e ti guarda in viso.4

Oh come ti vuol bene: ti vuole persino abbracciare!
come gli puoi negare, Lisa, le poppe piene?

Come, Lisaccia! tu fuggi? Cattiva! e non temi il piccino?”
“Coraggio, Luciettino, prendile i seni: fuggi!8

Mordili tutti e due! non merita proprio rispetto.”
“Negherai piú a Lucietto, stolta, le poppe tue?”

“Strappale pur le trecce, percuotile il seno: cosí!
senza busse di qui vedrai ch’essa non esce.”12

Ah, fan le viste ambedue, bricconi! Lucietto e Lisetta.
Ora ti prendo, aspetta! ciascun paga le sue.

“Lucio, ti rubo, sai, le poppe, e a te, Lisa, il maschietto:
imparerai Lucietto! tu, Lisa, imparerai!”14