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L'arte dei bambini/IX

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Con l'arte della massima decadenza medioevale i punti di contatto sono minori. Non si può negare aver l'arte delle civiltà trascorse, lasciate delle traccie le quali perdurano a mitigare l'asprezza dei secoli di mezzo: e questa benefica influenza, debole se vuolsi, ma pur sempre sensibile, si può paragonare alla luce languida d'un astro già estinto, ma che arriva agli occhi dei mortali a traverso i secoli e lo spazio. L'arte [p. 31 modifica]greca e romana si rivela allora dimessamente rincantucciata in un volto modesto, in una piega d'un manto, ma si rivela. Si guardino pure le più scadenti scolture bizantine e quelle di S. Zenone a Verona, della chiesa di Groppoli a Pistoia, della Pieve ad Arezzo, di S. Maria di Piazza d’Ancona: si guardino il ninfèo cristiano del Vescovado pesarese, il rilievo del Cinedo nel duomo di Fano e tutte le pitture romaniche e greco-bizantine. Si scoprirà tutta un'arte difettosa, ma non un'arte infantile.

Dicono che certi uomini decrepiti tornano bambini per le sciocchezze che posson fare e dire; ma per lo più le sciocchezze di quei vecchi non sono mai identiche a quelle dei bimbi. Così gli errori d'un'arte decaduta e moribonda non somigliano sempre agli errori d'un'arte che nasce! [p. 32 modifica]

La esecuzione dei più meschini lavori medio-evali è generalmente migliore di quella dei bambini e dei selvaggi. Nell'arte medioevale la cosa che più si lamenta nel soggetto è la soverchia povertà e semplicità, e non il difetto di raziocinio. Non deve intendersi certo che le due arti siano assolutamente differenti. Pei medioevali e i bimbi basta il solo e continuo lavorar di maniera, senza preoccupazione della vera forma delle membra umane e delle cose, perchè alla fine siano condotti ad imperfezioni quasi simili1. Ma queste sono ben poche e non bastano a stabilire una caratteristica totale d'identità.

Tutt'al più le due arti si possono toccare di nuovo, ma per brevi momenti, nei saggi fatti meglio dai bambini e fatti peggio dai medioevali, e ciò tanto nella tecnica che nella logica.

S'è veduto ad esempio che cosa fanno i bimbi quando disegnano due o piú uomini [p. 33 modifica]in barca. Fanno vedere le figure interamente. I pochi e migliori, che alla fine arrivano a comprendere che la mezza figura inferiore resta coperta, cadono poi nell'errore di far vogare gli uomini coi remi dalla stessa parte (fig. 44). Nella realtà, per tal modo essi non farebbero che far girare in tondo la barca, senza avanzarsi d'un palmo. Fra i bimbi quelli che ciò fanno sono i più intelligenti: nei medioevali i più scadenti. Nell'ambone del duomo di Parma fra le altre cose vi è figurata una deposizione di Cristo. Un uomo sale con la scala a un braccio della croce per torre il chiodo che è alla mano destra del Redentore. Or bene, la scala ha il suo piede vicino a quello della croce, e la sua vetta all'estremità del braccio dritto della croce stessa (fig. 45). È evidente che così la scala non può reggere, ma anche il più sveglio dei bambini non se n'accorge e, messo a trattare lo stesso sog[p. 34 modifica]getto, se non fa peggio, cade nel medesimo difetto.

Solo una cosa è veramente comune a tutte e tre le arti: della decadenza, infantile e preistorica; ed è la nessuna preoccupazione delle proporzioni, onde si veggono uccelli sugli alberi grandi come buoi, uomini maggiori degli edifici, cavalli metà degli uomini e simili. A questo poi i bimbi aggiungono di loro una quasi assoluta mancanza del senso della perpendicolarità. Abituati e sforzati tutto giorno a tracciare le aste e a scrivere in pendenza, disegnano anche tutto in pendenza.

Note

  1. [p. 94 modifica]«Le porte del Paradiso di G. B. ToschiNuova antologia. Vol. XV (1879) p. 458. (9) «L’evoluzione storica del senso cromatico pel dottor G. B. BonoGazzetta delle cliniche (Torino, 1884) Vol. XX. V. a p. 19. (10) Scrivendo queste parole ricordava Furio, forse la più bella cosa di Edmondo De Amicis. (11) «L’Education dès le berceau. Essai de pédagogie experimentale par Bernard Perez. Paris, libr. Germen Bailliere et C. 1880 — III, 77. (12) «Fisonomia e mimica di Paolo Mantegazza. Milano, Dumolard, 1881. — Cap. IX, 115. (13) «L’origine dell’uomo e la scelta in rapporto col sesso di Carlo Darwin. Torino, Unione tip. 1871 — Cap. II, 51. (14) Perez, Op. cit. 122. (15) «Sessanta Novelle Popolari Montalesi (circondario di Pistoia) raccolte da Gerardo Nerucci. Firenze, Le Monnier 1880.

    Le incisioni di questo opuscolo furono dall’egregio giovine Giulio Garagnani eseguite scrupolosamente sugli autografi dei bambini da me posseduti.