L'arte dei bambini/V
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V.
Risolvono insomma in tre differenti modi il medesimo problema d'evitare gli ostacoli ottici.
Alcuni poi, ma pochi, per una tenue e imperfetta nozione del vero, cadono in un errore ancor più madornale, che non quelli i quali trascurano ogni considerazione sullo stesso vero. Ricordando essi, fra la maggiore incertezza, che l'uomo in barca si scorge dalla cintola in su, si limitano a disegnare questo mezz'uomo; non però, com'è in fatto, emergente dalla sponda, ma sino in fondo alla carena, proprio come se l'uomo dal momento che va in barca perdesse ambedue le gambe (fig. 15). Più chiaramente: ricordano d'aver veduta in nave una mezza figura, ma non ricordano ch'essa risultava tale in grazia dell'ostacolo che la toglieva in parte alla vista.
Però, sino di questi pochi, taluni vogliono soddisfare anche all'obbligo, alla legge dell'integrità personale dell'individuo che esprimono e fanno occupare la nave, fino in fondo, dal busto (perchè, ripeto, secondo la falsa nozione d'alcuni, in barca non ci sta altro) e mettono le due gambe fuori e al di sotto della nave, natanti tranquillamente nell'acqua senza timore di sciatica o d'altro feroce malanno (fig. 16 e 17).
Se si guardano poi tutti i segni, che ritraggono l'uomo, s'avvertiranno gl'identici fatti.
Tutti sanno che dell'uomo a cavallo, visto di profilo, una parte rimane nascosta all'occhio. I bimbi invece pensano che l'uomo quando è a cavallo è perfettamente e, come sempre, intero, ed esauriscono tutti i modi per descrivere quella sua integrità in modo esplicito. In maggior numero fanno vedere tutte e due le gambe dalla stessa parte (fig. 18 e 19); altri mettono l'uomo erto e volante sul cavallo, così come lo fanno trasparire o lo mettono fuor della barca (fig. 20).
E v'ha anche in questo caso qualche esempio d'una prima idea imperfetta di vero. Alcuni ricordano e capiscono che il corpo del cavallo è un ostacolo, e pure credono che non si debba nascondere alcuna parte dell'uomo. E come provvedono in simili frangenti? Disegnano il cavallo, gli mettono sopra il busto dell'uomo, e attaccano le due gambe sotto la pancia dell'animale (fig. 21). Così, mentre questo si presenta come solido ostacolo, a traverso del quale nulla si può vedere, l'uomo a sua volta conserva la sua integrità fisica dividendosi però in due parti per uso e consumo dell’artista grazioso.
In favore della legge stabilita si trovano altre prove.
Gli adulti, anche i meno intelligenti, considerando un profilo d'uomo, scoprono che un buon terzo del corpo resta nascosto alla vista e quindi artisticamente soppresso. Per ciò (tenendosi alle cose più generali) gran parte d’un braccio (talora anche tutto) e mezzo il volto o quasi, non si vedono mai e quindi non si debbono esprimere.
Ma i bambini in genere seguono le loro leggi e pensano: «Un uomo deve stare, come più gli piace, di profilo o di prospetto. Ei non verrà per questo a scemare. Guardi pure da una parte o da un'altra. Sarà sempre un uomo (salvo i monchi e i guerci) con due braccia e due occhi.»
Considerando, nei disegni da me raccolti, tutti i profili, ho trovato
primo: che mostrano quasi sempre le due braccia, o attaccate in mezzo al petto a diversa altezza — o pendenti dal collo, come due lembi d'una ciarpa — o, frequentissimamente, disegnate tutte e due dalla stessa parte; l'una presso alla spalla, l'altra alla cintola (fig. 10, 11, 22, 23, 24, 25, 26 e 47).
secondo: che disegnando il volto tutto di profilo, settanta volte su cento conservano i due occhi di prospetto (fig. 4, 5, 11, 13, 18, 22 e 26).