L'uomo delinquente/Parte nona/V

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Capitolo V. Alimentazione.

L'uomo delinquente/Parte nona/IV L'uomo delinquente/Parte nona/VI IncludiIntestazione 12 maggio 2012 75% Criminologia

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1. Abbondanza e carestia. — 2. Effetti dell'alcoolismo.


1. Uno dei fattori che complicano, fino a renderle spesso inesplicabili, le influenze del clima, della razza e della civiltà, è l’alimentazione. Intanto è stato dimostrato da Oettingen che col maggior buon mercato del grano diminuirono in Germania i delitti contro la proprietà, ed aumentarono quelli contro le persone, specialmente i reati di stupro.


A. Ddst I. Dcpr Dcpe Pcbl
1854 2,26 0,43 88,41 8,90 217,1
1855 2,57 0,46 88,93 8.04 252,3
1856 2,65 0,43 87,60 9,32 203,3
1857 4,14 0,53 81,52 13,81 156,3
1858 4,45 0,60 77,92 17,03 149,3
1859 4,68 0,52 78,19 16,62 150,6

Legenda:
A.=Anno
Dds=Delitti di stupro
I.=Incendi
Dcpr=Delitti contro la proprietà
Dcpe=Delitti contro le persone
Pcbl=Prezzo corrente del bene leso

1. Nella stessa Prussia, nel 1862, quando il prezzo delle patate era molto elevato, i delitti contro la proprietà erano nelle proporzioni di 44,39, e quelli contro le persone di 15,8; quando il loro prezzo calò, scemarono a 41 i primi, aumentarono a 18 i secondi. La carestia del 1847 fece crescere del 24% la media dei delitti contro la proprietà in Francia, e solo di 1,6 quella dei reati contro le persone. La carestia deprime gli stimoli sessuali, l’abbondanza li eccita: invece la prima, per soddisfare i bisogni alimentari, spinge ai furti, la cui frequenza subisce insieme l’influenza simultanea del prezzo degli alimenti e della temperatura. Questo effetto dei vari prezzi degli alimenti si connette direttamente colle influenze economiche, che esamineremo più avanti.
2. Alcoolismo. Ma l’azione alimentare più pura e meglio constatata sul delitto è quella dell’alcool, i cui rapporti con il delitto sono molteplici ed intensi. Si può dire che l’alcoolismo favorisca il delitto direttamente e indirettamente: direttamente, perché lo stato di ubriachezza, talora intenzionalmente provocato per darsi coraggio e per procurarsi una scusante, spesso è la circostanza determinante il reato: le osterie e gli spacci di vino sono il ritrovo abituale ed attivo dove si organizza e si prepara il delitto: indirettamente poi perché la degenerazione fisica e morale che l’alcool induce, sia nell’individuo stesso, sia attraverso l’eredità nei suoi discendenti, si rivela frequentemente col delitto, a cui da anche occasione il disagio economico che esso pure produce. Infatti il Ferri ha constatato un completo parallelismo, almeno nelle forti oscillazioni tra il vino e l’alcool consumato e la criminalità in Francia negli anni 1850-1875; ed è ormai certo che nell’incremento del delitto nei paesi a civiltà più sviluppata l’alcool ha, una parte principalissima: specialmente aumentano i reati di ferite e percosse, di offese al pudore e di ribellione. Però insieme aumenta la forza di inibizione che dà la civiltà, specialmente contro i grandi e più gravi reati, il che spiega come Colajanni sia giunto a concludere esistere tra alcoolismo e criminalità un rapporto inverso a quello da me ammesso. Secondo l’Ispettore delle Case penali di Boston, sette decimi dei condannati erano stati arrestati in seguito all’alcoolismo. Secondo Bertrand sopra 100 delinquenti inglesi si avrebbero da 4 a 6 ubriaconi. Altrettanto si può dire dell’oppio, dell’haschisch e, persino dell’etere, che servono in vari paesi da sostituti dell’alcool; tanto che vediamo adesso in Inghilterra ed in America aggiungersi all’abuso dell’alcool e del tabacco quello dell’oppio, e perfino dell’etere, e il consumo dell’acquavite salire in Francia da 8 litri per anno a 30, dal 1840 al 1870, come dimostrò Zerboglio. Anche il mais guasto può produrre con la frenosi pellagrosa delle tendenze criminose, come in una donna pellagrosa che buttava, pressoché in pubblico, il suo bambino nel pozzo, ed in un altro malato, che derubava il padre per sfogare la sua enorme voracità, come dimostrai nel mio trattato sulla pellagra.