La Cortigiana (1525)/Atto secondo/Scena prima

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Atto secondo
Scena prima

../../Atto secondo ../../Atto secondo/Scena seconda IncludiIntestazione 30 maggio 2008 75% Teatro

Atto secondo Atto secondo - Scena seconda

Rosso e il Cappa.

Rosso
Chi non è stato a la taverna non sa che paradiso si sia. O taverna gintile, forse che fai una reputazione al mondo? Anzi obedisci ognuno da signor e che inchini t’è fatto intorno! Per mia fe’, Cappa, che s’io avesse mai figlioli, faría imparare i costumi e le virtú ne le taverne.
Cappa
Tu hai ingegno!
Rosso
Oh che musica galante fanno gli spiedoni quando son pien di tordi, salcicce o capponi! Oh, che odore ha la vitella mongana, barbacano o ambracano dentrovi!
Cappa
Sta bene! Se le taverne fussino a canto a’ profumieri, a ognuno putiría il zibetto.
Rosso
C’è qualche bue che fa dolce amore e ’l fare quella novella. Dolce è un buon pasto che se piglia senza sospiri o gelosia. Sai tu se quel Cesare che loda tanto il nostro padrone, avessi trionfato per mezzo una taverna ben in ordine d’ogni cosa? Per mia fe’ che gli archi de marmo gli venivono a noia e’ suoi soldati ci saríano passati più voluntieri.
Cappa
Io el credo.
Rosso
Oh che magnificenzia, oh che allegrezza è vedere fumare gli arosti e’ pesci d’ogni sorte! Oh che bel vedere fanno le tavole apparecchiate! Io per me, s’io fussi stato quel papa che fece Belvedere, aría spesi i miei danari in una ostaria ch’almeno una volta il mese facessi un bel vedere d’altro che de logge o camere depinte.
Cappa
Rosso, queste lamprede son bocconi d’angeli; io, per me, ne ho invidia a chi esce da stregiare uno cavallo e fassi grande. Ma quando io veggio Brandino e ’l Moro de’ Nobili che s’empiono il corpo di queste cose sante e divine, io crepo e vienmi l’anima ai denti per lo affanno.
Rosso
Sí che le son buone e conosciute! Ma se quel pescatore mi trova me le farà smaltire.
Cappa
A sua posta! Io non combattei mai a’ mie die; ma per una di queste lamprede mi faría amazzare cento volte il dí. Ma Valerio mi domanda. A rivederci!