La Torre del Duomo di Teramo/Visita alla Torre/La cella superiore

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La cella superiore

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Visita alla Torre - La cella inferiore Visita alla Torre - Il prisma ottagonale


Situata immediatamente sopra quella appena vista, la cella campanaria superiore ha la medesima ampiezza della sottostante, anche se l’assenza del castello metallico al centro del locale dà impressione di maggior spaziosità. Le finestre sono quattro, una per ogni lato, nelle quali sono alloggiate le quattro campane restanti di quelle presenti sulla Torre. Vi si accede attraverso una scala che, partendo dalla cella inferiore, conduce al livello più alto prima di incontrare il prisma ottagonale di Antonio da Lodi. Nell’angolo sud – ovest della cella, giacciono sul pavimento materiali di risulta, vecchie catene e vecchie ruote delle campane, smontate e sostituite nel corso del tempo. Al di sopra della cella si trova la terrazza e, al centro di essa, vi è il prisma ottagonale, il cui innalzarsi dei lati obliqui rispetto al perimetro della Torre è consentito da raccordi a cuffia che, riprendendo le medesime fattezze dei raccordi del tiburio della Cattedrale, articolano adeguatamente le architetture di supporto al prisma soprastante. Nella parete del lato est, alcuni pioli in ferro, innestati nella muratura, testimoniano la presenza, in loco, di una vecchia scala, anteriore ai lavori di ristrutturazione della Torre degli anni ’30, che conduceva sino a questa cella campanaria. Sul pavimento, ai lati dei quattro finestroni, i fori che tempo addietro servivano per l’attraversamento delle funi per il movimento delle campane. Ai quattro lati, come detto, sono alloggiate le quattro campane ad oscillazione. La prima, nel lato est, è di ridotte dimensioni ed è agganciata ad un ceppo in ghisa. Realizzata, come si evince dalle iscrizioni presenti sulle sue pareti esterne, nell’anno 1839, questa piccola campana reca altresì immagini di angeli, decorazioni floreali e l’effigie di un Vescovo con pastorale, probabilmente San Berardo stesso. Nel lato sud si affaccia un’altra campana di ridotte dimensioni, datata 1887, anche se l’iscrizione sulle relative pareti è divenuta quasi del tutto non più distinguibile. In precedenza, sul finestrone del lato sud erano alloggiate, su un supporto metallico doppio, due piccole campane, anziché una sola, come oggi. Le vecchie fotografie anteriori ai lavori di ristrutturazione degli anni ’30 evidenziano chiaramente questo dettaglio. Questa campanina, la più piccola della Torre, è priva di maniglie ed è ancorata direttamente al ceppo in ghisa. Un elettrobattente laterale ne consente anche la funzionalità senza oscillazione. La campana nord, che si affaccia su tale lato della Torre, è invece di dimensioni maggiori rispetto alle due precedenti. Realizzata nel 1834, come si nota dalle iscrizioni esterne, anch’essa è ancorata ad un ceppo in ghisa. Nell’ambito delle decorazioni di questa campana, è da notarsi l’immagine di un Crocifisso poco sopra l’orlo della bocca d’apertura. L’assenza singolare del congegno a battente ne fa dedurre l’utilizzo ad esclusiva oscillazione. Sul lato ovest si affaccia, infine, la campana più grande della cella superiore. Dotata anch’essa di ceppo in ghisa, può essere suonata ad oscillazione e a rintocchi. Nelle decorazioni di questa campana è da segnalarsi la singolare immagine di due rettili sottostanti ad una figura, probabilmente femminile. È immediato il riferimento alle Sacre Scritture. Al centro della cella superiore prende avvio la prima di due rampe lineari di scale che conducono al citato prisma ottagonale che, situato proprio al di sopra di questa cella campanaria, rappresenta la parte sommitale della Torre, nella quale non vi sono installazioni di campane o di altro tipo, ad eccezione di un vecchio congegno bellico, di cui di seguito si dirà.