La botte di sidro/Aspetto della folla (1)

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Aspetto della folla (1)

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Octave Mirbeau - La botte di sidro (1919)
Traduzione dal francese di Anonimo (1920)
Aspetto della folla (1)
Il vitalizio Il Polacco


— Ah! mio Dio !... Ah ! mio Dio !... Aiuto ! Aiuto !

E il signer Rodiguet apparve sulla soglia della porta bruscamente aperta, con la barba scompigliata, le braccia in aria, lo sguardo atterrito e la bocca convulsa.

— Ah ! mio Dio !... Ah ! mio Dio ! Aiuto !... Aiuto !...

Era appunto l’ora della passeggiata quotidiana, cosicchè la stupefazione di vederlo in quello stato fu generale e profonda. Nel piccolo borgo ci fu come un rallentamento repentino, un arresto della vita. Accadeva una cosa incredibile. Il signor Rodiguet, ordinariamente così calmo, così dolce, così metodico nella sua maniera di uscir di casa ; che camminava a passi lenti, misurati, le ginocchia in fuori, le gambe scostate simetricamente, con lo stesso angolo, un po’ curvo, sempre sorridente e garbato, in quel momento faceva gesti stravaganti, smorfie mostruose, si dimenava, era così pallido, aveva la fisonomia così sconvolta che si sarebbe detto in preda a un attacco di epilessia.

Rimessi dal primo stupore, dei vicini, dei passanti, dei cani accorsero, si raggrupparono intorno al signor Rodiguet.

–— Ah! mio Dio !... Mio Dio !... — gridò un’altra vikta il signor Rodiguet, la cui strana e incomprensibile mimica andava sempre più accentuandosi fra lo sgomento e lo spavento generale.

Allora qua e là delle voci gridarono :

– Che cosa ?... Che c’è ?... Che cosa è successo ?... Signor Rodiguet, che vi accade ? State male ? Che avete ?

— Ah ! mio Dio !... Oh ! mio Dio ! Soccorso !... Oh !... mio.. Soccorso !...

Quel dolore urlato a squarciagola in urli lunghi, accorati, si propagò di porta in porta, da finestra a finestra, spinse a tutte le porte e a tutte le finestre delie facce costernate e curiose. Si incrociarono delle domande :

—Ah ?... Eh ?... Che cosa c’è ?... Dove sono ?... Dove andate ?...

Qualcuno chiese :

— Ê un circo, che arriva ?

Un altro chiese pure:

— C’è il fuoco ?

Alcuni, prudentemente, uscivano di casa alla svelta :

– Il fuoco ! Il fuoco ! Dov’è ii fuoco ?

Dei moneili già intenti a giocare, delle donne a cucire, si precipitarono fuori, strizzando gli occhi verso l’alto, di sopra i tetti :

– Il fuoco !... Il fuoco !... Dov’è il fucco ?...

— Perchè non battono la generale ?

— Perchè non suonano la campana a stormo ?

In un attimo, uno dopo l’altro, una gran folla si ammassò davanti alla porta di Rodiguet, senza saper perchè.

— Ma che c’è ?... Non è il fuoco ?... Ma dove sono i pompieri ?...

— I pompieri non si vedono !... – Non si vedono le fiamme !

— Non si vede nulla...

Un uomo che teneva in braccio un bambino, gridò :

— Ma non lo vedete che è pazzo ? !...

E molti, subito, da tutte le parti ripeterono :

— Ê pazzo ! Ê pazzo !

— Chi è pazzo ?... Chi è pazzo ?... Attenti ! Non vi avvicinate !... Vi può mordere !...

— Bisognerebbe buttargli un sacco sul capo !... Non vi accostate !...

— Andate a chiamare i gendarmi !...

La folla ingrossava, e quelle parole « è pazzo ! » circolavano, saltavano di bocca in bocca. I nuovi sopravvenuti domandarono :

— Ma chi è pazzo ?

– Non lo vedete ?... Caccia la bava !... Ha gli occhi stravolti...

– Chi ?... Chi ?... Quale ?... È un cane ,

– Il signor Rodiguet ! Il signor Rodiguet !

– Oh, sì !... Storie !...

– Non vi avvicinate !

– Per la quinta volta, torcendosi le braccia, il signor Rodiguet urlava :

– Ah ! mio Dio !... Mio Dio !... Amici miei !... miei buoni... miei cari...

E si abbattè in mezzo al cerchio strettogli intorno dalla folla, che istintivamente rinculò spaventata.

Un grido d’orrore e poi silenzio.

Rodiguet giaceva al suolo, inerte, bocconi, le braccia in avanti, distese, le gambe sullo scalino della soglia, i piedi in aria.

Una voce chiese :

— È morto ?

Un’altra rispose :

— Sembra morto.

La prima disse poi :

— Guardate se è morto.

In seguito, la seconda rispose :

– Sì, credo che sia morto... non fa sangue... ma credo sia morto !...

E la parola « morto » che passava sulle labbra di tutti, tese tutti i colli nella direzione di Rodiguet, bocconi su1 suolo, la barba nella polvere.

Allora, un uomo dalle braccia nude e villose che portava cinto ai, reni un grembiule di cuoio come ne portano i carradori, si staccò dalla folla, si avvicinò al corpo giacente e gli girò intorno, gli si chinò sopra, vi mise su la sua mano nera e disse :

— Si muove... si è mosso... si muove ancora...

— Ma allora.. se si muove, vuoi dire che non è morto... Voltalo...

— No, picchiagli sulle spal1e...

E il carradore annunciò :

— Gli occhi si muovono... si sono mossi... si muovono ancora...

—Ma allora... se g]i occhi si muovono... portiamolo via...

— Portiamolo in casa.

— Mettiamolo sul letto.

— Il medico... un medico ! Presto !

L’uomo dalle braccia villose sollevò Rodiguet, tenendolo stretto, gemendo, con le vene del collo gonfie dallo sforzo.

— Come pesa ! Dio buono ! com’è pesante !...

La folla si era ravvicinata, rassicurata, pietosa :

— Zitti ! Parla... ha parlato !

— Ha parlato !...

— Sì... ha parlato !

— Che cosa ha detto ? Posatelo sulla scala !... Lo soffocate, così ! Ma zitti, dunque... se parla !

E in mezzo a un leggero sussurro di voci subitamente taciute, si intese, come un soffio, Rodiguet sospirare ancora :

– Ah ! mio Dio !... Ah ! mio Dio !...

L’uomo lo depose sullo scalino, gli sbottonò i collo della camicia.

— Signor Rodiguet ! Ebbene ?

Il signor Rodiguet trasse un lungo respiro, guardò la folla, stupito di tutta quella gente che lo fissava. Grosse gocce di sudore gli imperlavano la faccia.

— Su, signor Rodiguet — disse l’uomo dal grembiule di cuoio — voi siete ammalato. Su, ora vi portiamo nella vostra camera... vi metteremo a letto...

— No... no... lasciatemi qui... non voglio...

Batteva i denti, col viso contratto dallo spavento. Balbettò ancora :

— Lasciatemi qui... non voglio andare nella mia stanza... non voglio che mi si metta a letto !...

— Signor Rodiguet... ma siate ragionevole !...

— No... no... non voglio... Andateci voi, andate... e tastate se il suo cuore batte sempre !...

Un mormorìo si sollevò nella folla :

– Che cosa dice ? Ha parlato del suo cuore ?

– Chiudetele gli occhi ! — supplicò Rodiguet.

— Ma il cuore di chi ?... Quali occhi ?... Ha perduto la ragione !... impazzisce !...

— Andate ! Andate !... Sta per raffreddarsi !... Ah ! mio Dio ! Mio Dio !... Il non ci salirò più nella mia stanza ! non dormirò più nel mio letto !... Ah ! mio Dio ! Mio Dio !...

— È pazzo ! È pazzo !

— Toh ! sicuro ! Sicuro che è pazzo! Io l’avevo detto subito !

— Anch’io ! Anch’io l’avevo detto ! Si vede bene ! Non c’è bisogno d’esser furbi !

L’uomo appoggiò Rodiguet alla spigolo della porta, entrò nella casa... e quaiche minuto dopo ritornò stupidito anche lui, con gli occhi spaventati :

— Al soccorso ! All’assassino ! Ê morta !

— Ê morta! Chi è morta ?

— La signora Rodiguet.

— La signora Rodiguet è morta ?

— Sì... l’ha ammazzata !

— Il signor Rodiguet l’ha ammazzata !

— Sì, l’ha ammazzata... Sanguina dal cranio... è stecchita !

— Al soccorso ! A1l’assassino !...

– Andate a chiamare i gendarmi !...

— E il sindaco ? Dov’è il sindaco ? Andate a cercare il sindaco.

— Entriamo in casa ! Andiamo a vedere !... È stecchita ! L’ha uccisa !

— Ci sarà molto sangue, forse...

— Un uomo così dolce, così garbato !...

— Sapete che essa lo batteva ?

— Non gli dava che ossi da mangiare...

— Lo faceva coricare per terra...

— Un giorno gli ha buttato dell’acqua bollente in faccia.

– Sì... sì... E poi essa se la intendeva col fattore!...

– All’assassino ! All’assassino !

La folla aumentava. Da tutte le strade, da tutti i vicoli, da tutte le case affluivano i curiosi :

— Che c’è ? Dicono che l’ha ammazzata !

— I gendarmi ! Ecco i gendarmi !

I gendarmi arrivarono, tutti scalmanati. Il brigadiere, un pezzo d’omaccione, domandò :

— Che cosa è successo ? Andatevene ! Circolate ! Che cosa è successo ?

— Lasciate passare i gendarmi.

— Che cosa c’è, perdio ?

– Ê morta !

— Ê morta ?... Chi è morta ?... Andatevene !

— L’ha amrnazzata !

— L’ha ammazzata ? Chi l’ha ammazzata ? Circoiate ! Ma circolate, scioglietevi, dunque, perdio !

Con i pugni, con i gomiti, col petto, i gendarmi s’infilarono tra la folla, bestemmiando, interrogando... Poterono finalmente penetrare fino alla soglia della casa, dove Rodiguet, tutto smarrito, gemeva sempre :

— Ah ! mio Dio !... Ah ! mio Dio !...

Di qua, di là, nella fol1a, qualche voce comandò :

— Arrestatelo !... È stato lui !... L’ha uccisa !

— Chi, lui ?... Dov’è lui ?...

— Rodiguet ! Rodiguet !... A morte !

— Sì, sì... è stato lui ! A morte !...

In quel momento, il brigadiere scorse, accasciato come uno straccio, contro lo spigolo della porta, Rodiguet.

— Sì, sì... è lui! A morte!...

Ma il signor Rodiguet con una voce triste e flebile, gemè :

— Non sono stato io !... Ê stata lei !... Essa è caduta tutt’a un tratto, battendo contro il camino.. Non sono stato io !

— Sì, sì... — gridarono le stesse voci, nella folla. —~ Ê stato lui ! L’ahbiamo visto noi ! Essa fa sangue dalla testa !... Ê stecchita !

— Perchè volete che sia stato io ? — riprese il signor Rodiguet. — Perchè ?... Ah ! Mio Dio !.. Ah ! mio Dio !...

— Tacete ! — ordinò il brigàdiere.

E rivolgendoisi alla folla che cacciava sempre violente grida di morte :

— Andate !... Circolate ! Che cosa ci fate qui voialtri ? Andate via !

Poi si rivolse ai due gendarmi che lo seguivano :

— Stendiamo il verbale... Andate a cercare il medico... Andate a chiamare il giudice di pace... Si faccia il verbale.

E poggiata la sua larga mano sulla spalla di Rodiguet, intanto che la folla urlava « A morte ! », egli disse :

— In nome della legge, vi arresto !