La donna di maneggio/Lettera di dedica

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Lettera di dedica

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La donna di maneggio L'autore a chi legge

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ALLA CELEBRE E VIRTUOSA

LA SIGNORA DU-BOCAGE

Delle Accademie di Roma, di Bologna,
di Padova e di Lione ecc.1


S
AREI troppo mal conoscitore del merito, s’io non rendessi omaggio al vostro sapere e alla vostra virtù, e sarei troppo vile ed ingrato, s’io non vi dessi una pubblica testimonianza della mia divota riconoscenza.

Son guidato egualmente dall’amor proprio e dall’amor della verità, e l’una e l’altra di queste guide mi conducono a voi direttamente, e mi assicurano di essere bene accolto. Come Donna di lettere, accetterete un’offerta, che male o bene si approssima a questa classe; e come particolarmente inclinata a favorirmi e ad onorarmi, non isdegnerete proteggere la Commedia, che ho l’onore di presentarvi. Questa mia lusinga è fondata sulle riprove della vostra bontà. Voi me ne avete dato le prime testimonianze in Venezia2, allora quando ebbi l’onor di conoscervi in Casa di Sua Eccellenza il Signor Filippo Farsetti3. Vi compiaceste poscia ricordarvi di me nelle vostre lettere, colle quali faceste la più giudiziosa descrizione de’ vostri viaggi, e mi colmaste di gentilezze in Parigi, ammettendomi alla vostra amabile conversazione. Così avess’io potuto profittarne più spesso, che certamente non potea derivarmene che un’abbondante messe di cognizioni e di erudizione, per la facile comunicativa del vostro genio e del vostro talento, e per la società numerosa de’ Letterati che vi stimano, e che vi [p. 192 modifica]frequentano. La vastità di Parigi, le quotidiane mie occupazioni mi privano di questo bene, ma leggo le vostre opere, non solo per ammirarle, ma per istudiarvi sopra, ed apprendere. Non crediate ch’io voglia farvi la corte; parlo sinceramente con tutti, e voi non siete fatta per soffrire le adulazioni. Trovo nelle vostre opere quelle verità e quella facilità che m’incanta, e che è la sola ch’io vorrei saper imitare.

La Commedia che io vi dedico, ha per titolo La Donna di Maneggio. Voi intendete la nostra lingua perfettamente: sapete che Donna di maneggio vuol dire: una Dama di autorità, che ha delle conoscenze e delle buone amicizie, e fa valere il suo credito, per ottener delle grazie in favore delle persone ch’ella ama o protegge, ed è in caso di rendere il cambio a chi la stima e la favorisce. Non vorrei, che riconoscendo voi stessa in questo ritratto, malgrado la vostra modestia, v’immaginaste ch’io avessi avuto intenzione di lavorar la Commedia sopra di voi. Quand’io l’ho data al Teatro, non avea l’onor di conoscervi che per fama4, e se ora dovessi trattare un tale argomento, e avessi in animo di arricchirlo coll’immagine di un original come il vostro, o avrei disperato di potervi riuscire, o l’avrei con altri colori più vivi e più brillanti adornato. La mia Donna di Maneggio è un quadro, e non è un ritratto. Trovo che voi l’assomigliate nella grandezza dell’animo, nella bontà di cuore, nella nobiltà de’ pensieri, e per questa parte la credo degna di essere da voi protetta. Ve la offerisco dunque umilmente, e vi prego di accoglierla con quella umanissima cortesia, colla quale vi degnate di trattar l’Autore, che a voi s’inchina, e si protesta pieno di ammirazione e rispetto.

Madama,

Vostro Devotiss. Obbligatiss. Servitore
Carlo Goldoni.


  1. La seguente lettera di dedica fu stampata in testa alla commedia nel t. VIII dell’ed. Pasquali di Venezia, l’anno 1765.
  2. Il Gradenigo nei Notatorj annuncia ai 14 maggio 1757 l’arrivo a Venezia della signora Anna Du Boccage, che alloggiò alla Regina d’Inghilterra e «fu favorita da varie Dame, e dal Conte Gasparo Gozzi».
  3. Si vedano i Mémoires del Goldoni, parte seconda, cap. 34, e la nota del Mazzoni p. 384. voi. Il, ed. Barbèra. Firenze, 1907. Il Gradenigo cit., in data 27 maggio, ricorda l’«Accademia letteraria in Palazzo del Patrizio Filippo Farsetti Abbate con l’intervento di madama di Boccas (sic), et altre Donne virtuose trattate a lauto pranzo.
  4. L’aveva tuttavia veduta tre anni prima nella casa del Farsetti.