La donna vendicativa/Lettera di dedica
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A SUA ECCELLENZA
IL SIGNOR
CATERINO CORNARO
PATRIZIO VENETO
Troppo lungamente dovrei diffondermi, se noverar volessi tutti gli Eroi di questa illustre rinomata Famiglia; siccome bastantemente non saprei dar lodi ai personali fregj dell’E. V., alle doti dell’animo, all’uso delle più amabili, delle più preziose virtù. Ammirabile l’umiltà sua, onde aborrisce l’alterezza ed il fasto; esemplare la sua modestia, incapace in questa età sua giovanile di dare scandalo o mal esempio; pregevole la di lei generosità, con cui sa rendere misurata giustizia alla Provvidenza. Docile per natura, amoroso con tutti, benefico, grato, amante de’ buoni e protettore degli infelici; quali speranze formar non può l’augusta patria sull’E. V., allora quando vestito l’abito de’ Patrizi, andrà sull’orme de’ Genitori e degli Avi suoi quella via calcando, che ai sommi pesi ed ai sommi onori conduce? Iddio doni all’E. V. l’età di Luigi Cornaro, che visse un secolo e parecchi anni, e facilmente anche più in là passeranno i felici giorni della sua vita, mediante l’onesto, regolato modo di vivere che Ella osserva, e non avrà Ella d’uopo d’apprendere e praticare ciò che in due libri ha scritto il preaccennato Luigi, cioè: I consigli per vivere lungo tempo, ed il trattato della vita sobria; poichè stabilì egli a se medesimo un metodo rigoroso di vivere, per superare i difetti dall’abuso della gioventù contratti; ma l’E. V. di sano e forte temperamento, vivendo dalle cose pericolose lontano, e spezialmente da quella che più dell’altre la gioventù alletta, seduce e rovina, viverà sano, viverà molto, senza il tedio di una scrupolosa sobrietà. Dio volesse ch’io pure, ne’ felici anni miei, avessi usata migliore economia della salute e del cuore! Ora forse non mi vedrei soggetto a quegli incomodi che chiamansi convulsioni Questa lettera di dedica uscì la prima volta l’anno 1, e che per la quantità delle persone che sentonsi da cotal morbo attaccate, si chiamano: il male alla moda. In fatti un male egli è curiosissimo, che mai nè collo stesso periodo, nè cogli stessi accadenti, attacca, tormenta, o termina. Un male che viene a dismisura ingigantito dalla debole fantasia, e guai a chi lo teme, e miserabile chi soverchiamente lo medica. Chi lo ha, se lo goda; io me lo godo non solamente, ma ne fomento a precipizio la causa. Questa è l’applicazione e lo studio; ma nella dura necessità in cui sono, o di soffrire le convulsioni, o di prendere scarso cibo, mi eleggo come un divertimento la prima, a fronte del brutto aspetto della seconda. Quando non potrò più scrivere, m’aspetti l’E. V. vedermi mettere la sua livrea, e non sarà meraviglia veder un Poeta Gondoliere, se abbiamo a’ dì nostri un Gondoliere Poeta: Antonio Bianchi 2è poeta, non v’è che dire; ed oltre all’estro che chiamasi naturale, ha poi moltissime erudizioni, e cose ha prodotto per via delle stampe, che sorpassano di gran lunga, non dirò la sua condizione, che questa non fa il Letterato, ma l’educazione, che nello stato servile può avere avuta. Ha scritto libri; ha composti poemi; ha fatto sonetti, oratorj, commedie; e ha contrastato con mezzo mondo che lo volea far credere un impostore, un plagiario, e con prove certe e convincenti ha fatto egli constare aver sortito una buona disposizione alle lettere, e col remo in una mano, e col libro nell’altra, reggevasi fra l’inclinazione e il destino. Perdoni l’E. V., se una piacevole digressione m’ha tratto lungi dal mio proposito: questo è soltanto di ringraziarla de’ suoi favori, di supplicarla della sua protezione, e di permettermi quell’onore, con cui ossequiosamente mi sottoscrivo
Di V. E.
Umiliss. Devotiss. ed Obbligatiss. Serv. |
Note
- ↑ 1754, nel t. VII dell’ed. Paperini di Firenze (ma fu omessa poi dal Pasquali). Della sua infermità ci parla il Goldoni nella prefazione della Donna volubile: v. vol. VI della presente edizione.
- ↑ Su questo notissimo scrittore si consultino specialmente le Iscrizioni Veneziane di Em. Cicogna, vol. V, fasc. 18, pp. 202 sgg.