La leggenda di Tristano/XXVII

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XXVII. — Or dice lo conto che lo cavaliere, Io quale eglino trovarono, avea nome messer Galvano, nepote delo re Artú, e lo scudiere si iera quello che Belicies mandoe a T. E lo scudiere disse a T.: «Egli è bene vero che al matino messer Galvano mi dovea fare cavaliere, ma dapoi ched io v’hoe trovato, voglio che voi mi dobiate fare cavaliere voi». E T. disse ch’ai matino lo farae cavaliere. Ed apresso di queste parole e T. andoe alo re Languis e disse che al matino volea fare uno cavaliere. Ed allora lo re si chiamoe lo siniscalco, e si li comanda che al matino si abia apparecchiato tutto e ciò che bisogno fae a cavaliere, perché al matino T. vole fare cavaliere. E la sera venero al castello e messer Galvano co loro, e lo re gli fae bene servire di tutto ciò che abisogna. E dappoi ch’ebero cenato e lo re si chiama T. e dissegli: «Conosci tu questo cavaliere?». E T. disse che si: «Messer, gli ha nome messer Galvano, e è nepote deio re Arture ed è pro e valentre cavaliere e cortese». E allora si andoe lo re a messer Galvano, e dimandollo delo re Arturi e della reina Ginevra e come la fanno li buoni cavalieri. Allora disse messer Galvano che lo re Arturi e la reina Ginevra la fanno bene e li buoni cavalieri altresie. Assai parlano insieme la sera del’aventure del reame di Longres. Alo matino sí si leva T. e fae cavaliere lo scudiere suo e donagli arme e cavagli e dappoi si fue pro cavaliere e franco. Ma T. l’uccise dappoi nela quera delo Sangradale per disaventura. Ma apresso di queste parole sí si parte lo re e T. e messer Galvano, e cavalcando pervennero alo torneamento e trovarono lo re di Scozia, lo quale iera a campo dall’una parte, e lo re di C. cavalieri, meser Galvano e Leonello, fratello di Lancialotto, e Istor da Mare e meser Boordo e meser Gray e Oddinel lo Selvaggio e Esagris e Gariet e altri cavalieri assai. E dappoi che lo torneamento fue incominciato e lo re di C. cavalieri e sua compagna [p. 34 modifica] si ferettero adosso alo re di Scozia e incominciano a mettere cavalieri per terra e cavagli. E poi mettono mano ale spade e incominciansi a dare di grandi colpi e di maravigliosi. Ma lo re di Scozia si fedío alo re de C. cavalieri e ruppegli la lancia addosso né no lo potè muovere dela sella. La battaglia sí s’incomincioe forte e dura intra l’una parte e l’altra, e dura la battaglia per grande ora del die. E lo re de C. cavalieri combattendo cola sua compagna e caccioe fuori del campo lo re di Scozia con tutta sua compagnia per forza d’arme. Ma dappoi che fue tornato in Iscozia lo re di Scozia con tutta sua compagna, e uno cavaliere venne dalla sua parte, lo quale avea tutte le ’nsegne nere e portava due ispade.