La piazza universale di tutte le professioni del mondo/Sonetti V

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Sonetti IV VI
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DEL SIGNOR LUIGI GROTTO
DETTO IL CIECHO D'ADRIA.
IN LODE DELL'AUTTORE.


Q
UANTE fer, quante fan, quante faranno

Piazze d'ogni cittade il seno adorno,
Nel lor sito in immobile soggiorno
Si fletter, si stan ferme, e si staranno.
Ma questa nuova, e gran Piazza ove fanno
Tutt'arti l'opre lor la notte e 'l giorno,
Le terre, i mari in se loco le danno.
Piazza de l'universo in cui, la fama
Stà in alto con la sua tromba Sonora
E dappresso e da lungi ogni un vi chiama.
E grida il gran Garzoni hor qui s'honora,
Tu sovra tutti re lui pregna et ama,
Che tai Teatri, e tai Piazze lavora.


DEL SIG. HORATIO VECCHI
IN LODE DELL'AUTTORE.


T
UTTO quel ch'oprar può l'humano ingegno

Con la mano, la lingua, e l'intelletto
Sia pur nobil lavoro, ò sia negletto
E in questa Piazza, anzi Theatro degno.
L'opra di molto avanza il gran disegno
Che propose il mirabile Architetto;
Qui la lode si merca; e qui il difetto
Dal GARZONI si scuopre, e ogn'atto indegno;
Non è questa la Piazza ove si vede
Il dorato Leone, et non è questa
Quella in cui forma l'aurea Lupa il piede;
Questa di fama ogn'altra piazza eccede
Di merce, di beltadi, et qui si desta
Nel petto altrui se v'entra honore, e Fede.