La scienza nuova - Volume I/Libro II/Prolegomeni
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[PROLEGOMENI] [INTEODUZIONE]
[L’antichissima sapienza non fu una filosofia ragionata, ma una poesia primitiva: l’esperienza civile nei primi abbozzi della socialità {DU, % 182-3; C/^, e. 13, § 16; SN^, III, e. 19). I filosofi sopravvenuti, all’occasione di quella poesia, meditarono la sapienza riposta (DU, § 185; SN’^, II, e. 65; III, e. 21) e spesso invilupparono la dottrina nel simbolo delle antiche favole {CI^, ce. 24, 25, 30 bis, §§ 17-20). Ne derivò, per un’illusione naturale dei dotti e per la dimenticanza delle origini, un alto rispetto al sapere dei primi poeti teologi.— Ora che il vasto tema dell’antichissima sapienza ricade nuovamente sotto la meditazione del Vico, egli richiama compendiosamente le cagioni per cui fu venerata come un sistema di dottrine combinato dalla ragione; e le trova nella boria delle nazioni e dei dotti, nella riverenza delle religioni, nelle occasioni che diedero le favole ai filosofi di meditare, nelle comodità di spiegarsi che offersero le favole ai filosofi, nelle opportunità che fornirono di avvalorare col voto dell’antichità le nuove dottrine de’ filosofi, e nel grande effetto indi seguito di questo mondo civile si sapientemente ordinato, giacché la sapienza volgare dei poeti è la regola con cui la Provvidenza ha mandato fuori il mondo delle nazioni {SN^, II, e. 2).]
Per (a) ciò che sopra si è detto nelle Degnità: che tutte le storie delle nazioni gentili hanno avuto favolosi prinoipii i, e che appo 1 Greci (da’ quali abbiamo tutto ciò ch’abbiamo dell’antichità gentilesche) i primi sappienti furon i poeti teologi, e la natura delle cose che sono mai nate o fatte porta che sieno rozze le lor origini; tali e non altrimenti si deono stimare quelle della sapienza poetica. E la somma e sovrana stima con la qual è fin a noi per (a) le sconcezze, errori, difetti e vanità d’intorno alle materie che si sono sopra apparecchiate a questa Scienza sulla Tavola cronologica, per le Degnità ch’ella si ha preso per suoi elementi co’ quali dee far i suoi lavori, per gli Principii che se n’ha stabilito, e per lo Metodo che si ha proposto di ragionare, l’origini della Sapienza poetica, conforme ad una Degnità che n’abbiamo proposta, debbon essere state rozzissime. E la somma, ecc.
> Degn. XLVI.