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La scienza nuova - Volume III/Libro III/Sezione I

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Libro III - Sezione prima - Ricerca del vero Omero

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Libro III - Nota preliminare Sezione I - Introduzione

[p. 721 modifica]SEZIONE PRIMA

IRU’EKCA DEL VERO OMERO]

[INTRODUZIONE]

[Riconosciuta come volgare e civile la sapienza degli antictii poeti, ne deriva che tale debb’essere stata anche quella di Omero. Pure, essendo stata radicata da Platone un’idea assolutamente contraria, si estendono in questo libro anche a Omero le idee svolte nel libro precedente sulla sapienza poetica. Le teorie vi chiane intorno a Omero, esposte nelle iV£*C/, ad CI^, e. 12 e nella SN^, passim ricevono qui il loro intero sviluppo.]

Quantunque la sapienza poetica, nel libro precedente già dimostrata essere stata la sapienza volgare de’ popoli della Grecia, prima poeti teologi e poscia eroici, debba ella portare di séguito necessario che la sapienza d’Omero non sia stata di spezie punto diversa; però, jjerchè Platone ne lasciò troppo altamente impressa l’oppenione ette fusse egli fornito di sublime sapienza riposta 1 (onde l’hanno seguito a tutta voga tutti gli altri

1 Platone non ha mai sostenuto la tesi che Omero fosse stato filosofo. Che anzi, assai più vichianamente di quanto il V. non creda, il filosofo greco, «nel II della Bespublica, insisteva sul concetto che alcune favole di poeti (cfr. anche Eutifr., pp. 5 e 6), alcune concezioni specialmente omeric)i(", alcune rappresentazioni sopratulto Adl’Iliade e dell’Odissea danno un carattcn- falso, basso, volgare, rozzo, triviale della divinità... E se i cittadini sono obbligati a riconoscere, sia a voce sia con iscritti, che dio essenzialmente buono è autore del solo bene, non del male; se si proibisce di parlare o scrivere degli dèi in guisa da renderli incantatori, capaci di assumere forme diverse da quelle che hanno, d’ingannare gli uomini coi loro discorsi e con le loro azioni; poiché gli dèi omerici sono incantatori, ingannatori, capaci di fare il male. Omero ò da allontanarsi dalla repubblica. — Nel libro III il filosofo nota che anche gli eroi omerici non sono quali dovrebbero essere: si danno facilmente in preda a grandi dolori, a lamenti, al pianto, che è proprio delle donne, e specialmente delle più deboli fra loro. Gli dèi e gli eroi omerici sono intempeliuiii, capaci di ridere goffamente, di ricevere doni, mance, mentire, mangiare a crepapancia, darsi ai piaceri venerei, compiere empietà e crudeltà biasimevoli • (Olivieri, Gli studi omerici di G. B. V., in Atti della r. Acc. di archeologia, lettere e belle arti, XXIV, 190G, pp. 86-7).— Non solo; ma è proprio polemizzando espli