La sesta crociata, ovvero l'istoria della santa vita e delle grandi cavallerie di re Luigi IX di Francia/Parte seconda/Capitolo XXXXIII

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Capitolo XXXXIII

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Capitolo XXXXIII.

Come ’l Re tenne a suo spendio me e la mia bandiera sino al tempo di Pasqua a venire.


Dopo che ’l Re ebbe dichiarato la sua volontà, e che sua intenzione era di dimorar là, elli ne lasciò venire in Francia i suoi fratelli. Ma io non so punto bene se ciò fu a loro richiesta, o per la volontà del Re, e fu al tempo intorno alla San Giovanni Battista.1 E tantosto appresso che i suoi fratelli furono partiti da lui per venirne in Francia, il Re volle sapere come le genti, ch’erano dimorate con lui, aveano fatto diligenza di ricovrar genti d’arme. E il giorno della festa di Monsignor Santo Jacopo, di cui io era stato pellegrino per lo gran bene ch’e’ m’avea fatto, dopo che ’l Re, la messa udita, s’era ritratto in sua camera, appellò de’ suoi principali di consiglio, ciò furono Messer Piero [p. 175 modifica]Ciambellano, che fu il più leale uomo e il più dritruriere ch’io vedessi unqua nella magione del Re, Messer Gioffredo di Sergines il buon Cavaliero, Messer Gille il Bruno il buon produomo, e le altre genti di suo Consiglio, colle quali era altresì il buon produomo a chi il Re avea donato la Connestabilìa di Francia appresso la morte di Messer Imberto di Belgioco. E loro domandò ’l Re quali genti e qual numero essi avevano ammassato per rimetter su il suo esercito, e siccome scorrucciato diceva loro: Voi ben sapete ch’egli ha un mese, o intorno, ch’io vi dichiarai che la mia volontà era di rimanere, e non ho ancora udito alcune novelle che voi abbiate fatto arma di Cavalieri nè d’altre genti: così fu che gli rispose Messer Piero Ciambellano per tutti gli altri: Sire, se noi non abbiamo ancora fatto niente di ciò, egli è per non potere; poichè senza falta ciascuno si fa sì caro, e vuol guadagnare sì gran prezzo di gaggi, che noi non oseremmo prometter loro di dare ciò ch’essi dimandano. E il Re volle savere a chi essi aveano parlato, ed anche chi erano coloro i quali domandavano sì grossi gaggi. E tutti risposero che era io, e che non voleva star contento alla mezzolanità. Ed io udiva tutte queste cose istando nella camera del Re, e ben sappiate che gli dicevano tali parole di me le genti sunnominate di suo Consiglio, per ciò che gli avea consigliato, contro la loro opinione, ch’elli dimorasse, e che del ritornare in Francia non fosse niente. Allora mi fece appellare il Re, e tantosto andai a lui, e me gli gittai [p. 176 modifica]davanti a ginocchi; ed elli mi fece levare e sedere; e quando fui assiso, mi va a dire: Siniscalco, voi sapete bene ch’io ho sempre avuto fidanza in voi, e vi ho tanto amato, e tuttavolta le mie genti m’han rapportato che voi siete si duro ch’essi non vi possono contentare di ciò che vi prometton di gaggi, or come è ciò? Ed io gli risposi: Sire, io non so a punto ciò ch’essi vi rapportino, ma quanto è di me, s’io dimando buon salario, non ne posso altro; perchè voi sapete bene che quando fui preso sull’acqua, allora io perdei quanto che avea, senza che mi dimorasse nulla dal corpo in fuori, e per ciò non potrei io intertenere mie genti a poco di cosa. E ’l Re mi domandò quanto io voleva avere per la mia compagnia sino al tempo di Pasqua a venire2, che erano li due terzi dell’annata. Ed io gli dimandai due mila lire. Or mi dite, parlò il Re, avete qualche Cavaliero con voi? Ed io gli risposi: Sire, ho fatto dimorare Messer Piero di Pontemolano ed altri due Banneretti, che mi costano quattrocento lire ciascuno. E allora contò il Re sulle sue dita, e mi disse: Sono dunque milla e dugento lire che vi costeranno i vostri Cavalieri e lor genti d’arme. Al che soggiunsi: Or riguardate pertanto, Sire, s’egli non farà d’uopo di ben ottocento lire per montarmi di arnesi e cavalli, e per dare a mangiare ai miei Cavalieri sino al tempo di Pasqua? Allora il Re disse alle genti di suo Consiglio ch’egli non vedeva punto in me d’oltraggio nè di dismisura, e mi va a dire, ch’elli mi riteneva a suo spendio.

  1. 24 giugno 1250.
  2. Cioè a quella del 1251.