La signora dalle camelie (teatro)/Atto V/Scena terza

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Scena terza

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SCENA TERZA


Margherita, Nanetta, Dottore.


Margherita. Buon giorno, dottore. Quanto siete buono di passare da me ogni mattina! Nanetta, va’ a vedere [p. 89 modifica]se vi sono delle lettere per me. (Nanetta esce)

Dottore. Datemi la vostra mano. (la prende) Come vi sentite?

Margherita. Non saprei dirvelo. Male di corpo e meglio di spirito. Ieri sera ho avuto tanta paura di morire, che ho mandato a chiamare un prete. Che bella cosa è la religione, dottore... qual potere ha dessa di rendere la calma all’anima nostra! io era triste, aveva paura della morte!... è venuto quell’uomo, ha parlato con me per un’ora intiera, ed al lasciarmi, tristezza, disperazione, terrori e rimorsi, tutto s’era portato con lui. Allora m’addormentai, e non è un’ora che mi sono svegliata.

Dottore. Dunque pare che la malattia prenda una piega migliore, ed io vi prometto un’ottima convalescenza per la prossima primavera.

Margherita. Vi ringrazio della vostra promessa; e vostro dovere di farmela. Quando Dio disse che la menzogna sarebbe un peccato, ha fatto un’eccezione per i medici, ed ha loro permesso di mentire quando si trattasse della vita dei loro ammalati. (a Nanetta che entra) Cosa mi porti, Nanetta?

Nanetta. Sono regali, o signora.

Margherita. Ah! è vero, oggi è il primo giorno dell’anno! Or fa un anno, a quest’ora, noi eravamo a tavola, cantavamo salutando con un dolce sorriso l’anno nascente, intanto che volgevamo un pensiero a quello che era trapassato... io non li vedrò più quei giorni... la felicità non è più fatta per me. (aprendo l’astuccio) Un anello col nome di Saint-Gaudens... egli s’è ancora ricordato di me! (come sopra) Un braccialetto che il signor conte de Gray mi spedisce da [p. 90 modifica]Londra!... Oh! che direbbe il conte se mi vedesse in questo stato? Anche dei dolci... oh! v’è dunque ancora qualcuno che si ricorda della povera Margherita Gauthier!

Dottore. Siete sì buona!

Nanetta. V’è anche una lettera.

Margherita. Chi mai può scrivermi? (prende la lettera e l’apre) «Mia buona Margherita, io sono venuta venti volte per vederti, e non me l’hanno mai permesso, però io spero che tu non vorrai mancare in questo giorno che sarà il più bello della mia vita. Lo zio di Gustavo ha ceduto alle sue istanze e mi chiama sua nipote. Oggi verrà dunque pubblicato il nostro matrimonio; la sacra cerimonia avrà luogo questa mattina, alle ore nove, nella cappella dì Santa Teresa, alla chiesa della Maddalena. T’abbraccio con tutta l’effusione d’un cuore felice... Erminia» (Tutti sono felici... ed io... io sola...) Dottore, chiudete quella finestra... ho freddo... datemi da scrivere... Oh, quei pochi istanti che ho ancora di vita, lasciate che io li occupi per coloro che amo sì tanto. (Lascia cadere la sua testa fra le mani, intanto che il dottore le porta in piccolo tavolo con l’occorrente da scrivere.

Nanetta. (piano al dottore) Ebbene, dottore?

Dottore. (crollando la testa) (La povera Margherita sta male!)

Margherita. (Essi credono che io non li ascolti). Dottore, nell’andarvene, compiacetevi di recare questa lettera alla chiesa della Maddalena. Fra poco avrà luogo una cerimonia; appena sarà compiuta, la rimetterete alla fidanzata. (piega la lettera e la suggella) [p. 91 modifica]Prendete. (gli stringe la mano) Non dimenticate questa commissione, e ritornate presto. (Il dottore esce).