La vegetazione del parco urbano "Pineta" di Castel Fusano/Pinete

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Pinete

../Pinete, pinete-leccete, leccete ../Pinete-leccete IncludiIntestazione 18 luglio 2008 25% Da definire

Pinete, pinete-leccete, leccete Pinete-leccete


La tabella comprende 10 rilievi (1, 2, 3, 4, 29, 31, 38, 41, 42, 70).

In otto di questi domina Pinus pinea mentre in due, il 38 ed il 41, Pinus pinaster.

Spesso, sia nelle aree rilevate che in altre vaste zone del parco, i pini dello strato arboreo alto (20 metri di atezza, 40-50 centimetri di diametro) sono esemplari poco vitali che presentano molti aghi gialli o addirittura rami nudi.

Il fenomeno è da imputare ai venti che, spirando dal mare, trasportano i tensioattivi che sono depositati, come una pellicola, sul pelo dell’acqua.

La copertura di questo strato, nonostante i pini risultino in alcuni rilievi piante mature di circa 100 anni, non è mai del 100% a causa della ridotta vitalità delle chiome.

Gli aghi, a volte, ricoprono completamente il suolo per un’altezza di 15 centimetri: in questa situazione il sottobosco è molto scarso. Sotto gli aghi il terreno si presenta ricco di humus.

Nello strato arboreo basso, circa 10 metri di altezza, oltre al pino sono presenti Quercus ilex ed elementi tipici della macchia quali Arbutus unedo e Phillyrea latifolia.

Queste specie diventano copiose nei successivi strati arbustivi (30 cm - 5 m) dove risultano dominanti insieme al Pistacia lentiscus e al Ruscus aculeatus.

Il sottobosco è spessp costituito da una macchia impenetrabile tranne che nelle pinete mature lungo la via Cristoforo Colombo (ril. 31) ed in quelle parallele al lungomare (ril. 38 e 41) dove è praticamente assente.

Lo strato erbaceo è largamente rappresentato da Hedera helix, Rubia peregrina, Smilax aspera e Quercus ilex alto 30 cm.

Frequenti sono le plantule di Hedera helix, Rubia peregrina, Asparagus acutifolius, Pinus pinea, Quercus ilex. Myrthus communis, Rhamnus alataernus.

Le piante di pino, benché presenti in grande numero ed in molti ambienti, diversi anche da quello tipico della pineta, non riescono a crescere oltre i 10 - 15 cm di altezza. Questa specie, dunque, non riesce a rinnovarsi spontaneamente a tutto vantaggio del leccio e di elementi della macchia.

Lo strato lianoso è dominato da Smilax aspera, presente in tutte le aree rilevate, da Rubia peregrina, da Clematis flammula e da Asparagus acutifolius.

La ricchezza floristica è di circa 20 specie. Si raggiunge il minor numero di entità nel rilievo 41 (8 specie) ed il massimo nel rilievo 3, sulla duna (29 specie).

La combinazione specifica caratteristica della pineta risulta essere:

Quercus ilex 100%
Smilax aspera
Asparagus acutifolius 90%
Clematis flammula
Pinus pinea 80%
Phillyrea latifolia
Ruscus aculeatus
Hedera helix
Rubia peregrina
Pistacia lentiscus 70%
Arbutus unedo
Phillyrea angustifolia
Erica multiflora 60%
Coronilla emerus
Rhamnus alataernus 50%
Dorycnius hirsutum
Erica arborea 40%
Cistus salvifolius
Juniperus phoenicia
Rosmarinus officinalis

Gli spettri biologici forniscono informazioni significative.

Le Fanerifite sono la forma biologica maggiormente rappresentata (33,3%) e, da sole, coprono ilb 76,9% delle zone considerate.

Le Nanofanerofite coprono il 12,2% mentre le Terofite, che nel valore percentuale di presenza seguono le Fanerofite (24,6%) presentano uno scarso valore di copertura (2,0%).

Una copertura cospicua è invece operata dalle Geofite (7,5% contro il 6,6% della tabella precedente). Queste ultime sono ben rappresentate dal Ruscus aculeatus e dall’ Asparagus acutifolius che dominano, rispettivamente, nello strato arbustivo ed in quello lianoso.

Il diagramma di costanza corretto ridimensiona le specie appartenenti alla I classe: queste, sebbene siano il 66,6% delle specie totali coprono solo il 25,5%.

La struttura è significativa della complessità verticale dell’associazione: vi sono rappresentati tutti gli strati dal muscinale (M) all’arboreo (A).

Dall’istogramma si evince che lo strato più rappresentato è l’arbustivo basso (D) che copre il 47% del territorio. Gran parte delle specie di questo strato appartengono alla II classe che, anche nel diagramma di costanza corretto, è la più rappresentata (28%). Queste essenze risultano essere caratteristiche della macchia mediterranea.

Dai dati presi in considerazione è possibile stabilire che nella quasi totalità delle aree rilevate la vegetazione si sta evolvendo in lecceta grazie sia alla mancanza di rinnovamento del pino che alla grande vitalità del leccio.

Il sottobosco è largamente rappresentato da una macchia densa.

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