La vita di Benvenuto di Maestro Giovanni Cellini fiorentino, scritta, per lui medesimo, in Firenze/Libro primo/Capitolo LXXV

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Libro primo
Capitolo LXXV

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Mi venne a trovare quel Latino Iuvinale detto, e mi commesse che io facessi le monete del Papa. Per la qual cosa si destò tutti quei mia nimici: cominciorno a impedirmi, che io non le facessi. Alla qual cosa il Papa, avvedutosi di tal cosa, gli sgridò tutti, e volse che io le facessi. Cominciai a fare le stampe degli scudi, innelle quali io feci un mezzo San Pagolo, con un motto di lettere che diceva “Vas electionis”. Questa moneta piacque molto piú che quelle di quelli che avevan fatto a mia concorrenza; di modo che il Papa disse che altri non gli parlassi piú di monete, perché voleva che io fossi quello che le facessi e no altri. Cosí francamente attendevo a lavorare; e quel messer Latino Iuvinale m’introduceva al Papa, perché il Papa gli aveva dato questa cura. Io desideravo di riavere il moto proprio dell’uffizio dello stampatore della zecca. A questo il Papa si lasciò consigliare, dicendo che prima bisognava che avessi la grazia dell’omicidio, la quale io riarei per le Sante Marie di Agosto per ordine de’ caporioni di Roma, che cosí si usa ogni anno per questa solenne festa donare a questi caporioni dodici sbanditi; intanto mi si farebbe un altro salvo condotto, per il quale io potessi star sicuro per insino al ditto tempo. Veduto questi mia nimici che non potevano ottenere per via nessuna impedirmi la zecca, presono un altro espediente. Avendo il Pompeo morto lasciato tremila ducati di dota a una sua figliuolina bastarda, feciono che un certo favorito del signor Pier Luigi, flgliuol del Papa, la chiedessi per moglie per mezzo del detto Signore: cosí fu fatto. Questo ditto favorito era un villanetto allevato dal ditto Signore, e per quel che si disse allui toccò pochi di cotesti dinari, perché il ditto Signore vi messe su le mane, e se ne volse servire. Ma perché piú volte questo marito di questa fanciulletta, per compiacere alla sua moglie, aveva pregato il Signore ditto che mi facessi pigliare, il quale Signore aveva promisso di farlo come ei vedessi abbassato un poco il favore che io avevo col Papa; stando cosí in circa a dua mesi, perché quel suo servitore cercava di avere la sua dota, el Signore non gli rispondendo a proposito, ma faceva intendere alla moglie che farebbe le vendette del padre a ogni modo. Con tutto che io ne sapevo qualche cosa, e appresentatomi piú volte al ditto Signore, il quale mostrava di farmi grandissimi favori; dalla altra banda aveva ordinato una delle due vie, o di farmi ammazzare o di farmi pigliare dal bargello. Commesse a un certo diavoletto di un suo soldato còrso, che la facessi piú netta che poteva: e quelli altri mia nimici, massimo messer Traiano, aveva promesso di fare un presente di cento scudi a questo corsetto; il quale disse che la farebbe cosí facile come bere uno vuovo fresco. Io, che tal cosa intesi, andavo con gli occhi aperti e con buona compagnia e benissimo armato con giaco e con maniche, che tanto avevo aùto licenzia. Questo ditto corsetto per avarizia pensando guadagnare quelli dinari tutti a man salva, credette tale inpresa poterla fare da per se solo; in modo che un giorno, doppo desinare, mi feciono chiamare da parte del signor Pier Luigi; onde io subito andai, perché il Signore mi aveva ragionato di voler fare parecchi vasi grandi di argento. Partitomi di casa in fretta, pure con le mie solite armadure, me ne andavo presto per istrada Iulia, pensando di non trovar persona in su quell’ora. Quando io fui su alto di strada Iulia per voltare al palazzo del Farnese, essendo il mio uso di voltar largo ai canti, viddi quel corsetto già ditto, levarsi da sedere e arrivare al mezzo della strada: di modo che io non mi sconciai di nulla, ma stavo in ordine per difendermi; e allentato il passo alquanto, mi accostai al muro per dare larga istrada al ditto corsetto. Anche lui accostatosi al muro, e di già appressatici bene, cognosciuto ispresso per le sue dimostrazione che lui aveva voluntà di farmi dispiacere, e vedutomi solo a quel modo, pensò che la gli riuscissi; in modo che io cominciai a parlare e dissi: - Valoroso soldato, se e’ fossi di notte, voi potresti dire di avermi preso in iscambio; ma perché gli è di giorno, benissimo cognoscete chi io sono, il quale non ebbi mai che fare con voi, e mai non vi feci dispiacere; ma io sarei bene atto a farvi piacere -. A queste parole lui in atto bravo, non mi si levando dinanzi, mi disse che non sapeva quello che io mi dicevo. Allora io dissi: - Io so benissimo quello che voi volete, e quel che voi dite; ma quella impresa che voi avete presa a fare è piú difficile e pericolosa, che voi non pensate, e tal volta potrebbe andare a rovescio; e ricordatevi che voi avete a fare con uno uomo il quale si difenderebbe da cento. E non è impresa onorata da valorosi uomini, qual voi siete, questa -. Intanto ancora io stavo in cagnesco, canbiato il colore l’uno e l’altro. Intanto era comparso populi, che di già avevano conosciuto che le nostre parole erano di ferro; che non gli essendo bastato la vista a manomettermi, disse: - Altra volta ci rivedremo -. Al quale io dissi: - Io sempre mi riveggo con gli uomini da bene, e con quelli che fanno ritratto tale -. Partitomi, andai a casa il Signore, il quale non aveva mandato per me. Tornatomi alla mia bottega, il detto corsetto per un suo grandissimo amico e mio mi fece intendere, che io non mi guardassi piú da lui, che mi voleva essere buono fratello; ma che io mi guardassi bene da altri, perché io portavo grandissimo pericolo; ché uomini di molta importanza mi avevano giurato la morte adosso. Mandatolo a ringraziare, mi guardavo il meglio che io potevo. Non molti giorni apresso mi fu detto da un mio grande amico, che ’l signor Pier Luigi aveva dato espressa commessione che io fussi preso la sera. Questo mi fu detto a venti ore; per la qual cosa io ne parlai con alcuni mia amici, e’ quali mi confortorno che io subito me ne andassi. E perché la commessione era data per a una ora di notte, a ventitré ore io montai in su le poste, e me ne corsi a Firenze: perché da poi che quel corsetto non gli era bastato l’animo di far la impresa che lui promesse, il signor Pier Luigi di sua propria autorità aveva dato ordine che io fussi preso, solo per racchetare un poco quella figliuola di Pompeo, la quale voleva sapere in che luogo era la sua dota. Non la potendo contentare della vendetta in nissuno de’ dua modi che lui aveva ordinato, ne pensò un altro, il quale lo diremo al suo luogo.