Laude (1910)/Laude/Lauda XVII
Questo testo è completo. |
◄ | Laude - Lauda XVI | Laude - Lauda XVIII | ► |
De frate Ranaldo quale era morto. .xvij.
FRate Ranaldo, doue sè andato de quolibet sì ài disputato?
Or lo me di’, frate Ranaldo, ché del tuo scotto non so saldo;
se èi en gloria o en caldo, non lo m’à Dio reuelato.
Hònne bona conscienza che l morir te fo en patienza;4
confessasti tua fallenza absoluto dal prelato.
Or ecco ià la questione: se hauesti contritione,
quella ch’è uera ontione che destegne lo peccato.
Or sei ionto a la scola, oue la uerità sola8
iudica omne parola & demostra omne pensato.
Or sei ionto a Collestacte, do se mostra li toi facte;
le carte son fore tracte del mal & ben ch’ài oprato.
Ché non gioua far sofismi a quelli forti siloismi,12
né per corso né per risme che lo uero non sia apalato.
Conuentato sè en parese a molto onor & grande spese;
ora èi ionto a quelle prese che stai en terra attumulato.
Aggio paura che l’honore non te tragesse de core16
a tenerte lo menore fratecello desprezato.
Dubito de la recolta che dal debito non sia sciolta,
se non pagasti ben la colta che l Signor t’à comandato.