Le Laude (1915)/XCVIII. Como la ragione conforta l'anima che retorni a Dio

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XCVIII. Como la ragione conforta l'anima che retorni a Dio

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XCVIII. Como la ragione conforta l'anima che retorni a Dio
XCVII. Amaestramento al peccatore che se vole reconciliare con Dio XCIX. Condizione del perpetuo amore

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XCVIII

Como la ragione conforta l'anima che retorni a Dio

     Perché m’hai tu creata, — o creatore Dio,
e poi recomperata — per Cristo Iesú mio?
     Amor, tu m’hai creata — per la tua cortesia,
ma so villana stata — per la mia gran follia,
fuor de la mia contrata — smarrita aggio la via,
la vergine Maria — me torni all’amor mio.
     Anima peccatrice, — co l’hai potuto fare,
o falsa meretrice, — senza lo sposo stare?
Ché sai che esso lo dice: — Chi a me vorrá tornare,
farollo delettare — nello dolce amor mio. —
     Occhi miei, piangete, — non cessate a tutte ore,
ché fare lo dovete — per trovar l’amore;
ch’io n’aggio sí gran sete, — che me strugge el core,
de Cristo Salvatore, — ché esso è l’amor mio.
     O Pier, Paulo e Giovanni, — lo dolce Evangelista,
Gregorio ed Augustino — e l’amante Battista,
rendeteme l’amore — ch’io non sia sí trista,
morragio s’io sto in quista — ch’io non aggia l’amor mio.
     O umile Francesco, — de Dio tutto enfiammato,
che Cristo crucifisso — portasti in cor formato,
priega el mio gran Signore, — ch’io ho tanto aspettato,
che tosto a l’apenato — soccorra l’amor mio.
     O crucifisso amore, — recòrdati la lancia,
che te fo data al core — per me trar de pesanza;
donqua ritorna, amore, — non far piú demoranza,
fallami la speranza — s’io non t’ho, amor mio.

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     Non posso piú soffrire — li tuoi lamenti,
gli amorosi languire — che tu fai spessamente;
or briga de venire, — lieva in alto la mente,
farrotte esser gaudente — del dolce Iesú mio.
     Or te diletta, sposa, — de me quanto tu voli,
ché ben sei gloriosa, — tanto d’amor tu oli!
Non esser vergognosa, — non c’è perché te duoli,
trovato hai quel che voli, — cioè el dolce amor mio.