Le Ricordanze (Rapisardi 1872)/Parte seconda/Autunno

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Parte seconda - Autunno

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AUTUNNO.




Sento per l’aure molli
Una freschezza nova,
Erra pe’ campi e i colli
Il dolce odor de la feconda piova;
Di liete orgie e di flauti
Suonan le vette amene,
E, il crin cinto di grappoli,
Il pampinoso autunno ecco sen viene.

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O fresche aure, o remoti
Del caro Etna natio
Boschi tranquilli e noti
E presenti ogni tempo al pensier mio,
Coi muti astri, coi zeffiri,
Coi fior novi che io miro,
Con la nube fuggevole.
Con la foglia che cade io vi sospiro!

Qui, dove io son, men bello
Forse non ride il suolo,
Cantano al dì novello
Le spensierate allodolette a stuolo;
Suona ogni voce a l’àure
Melodïosa e cara;
Cinta d’eterne glorie
L’Arte qui siede, ed ogni zolla è un’ara.

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Ma il ciel mite e le spume
Del mio lido e i sovrani
Campi e il facil costume
Dei miei tranquilli e semplici isolani,
Ma i monti ove ancor vergine
Ferve la vita, e brilla
La beltà ingenua, e ingenua
A par de la beltà l’Arte zampilla;

Ma l’amorosa e pia
Canzon cara a me tanto,
Ma i miei sogni e la mia
Povera mamma che m’aspetta in pianto,
La mia mamma, che in vedovi
Lutti racchiusa, al petto
Stringe una croce, ed ulula
Su la tomba del mio padre diletto,

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Qui, dove io sono, indarno
Qual mesto esule invoco
Al flutto aureo de l’Arno,
A questo amor, cui tutto il ciel par poco.
Oh! questo amor! Con l’anima
Egli in me nacque, e come
Perduta cosa, in lacrime
Tanto il cercai, tanto il chiamai per nome!

Or lo trovai! Lontano
Dai miei lidi, soletto
Egli vivea, ma invano
Io no’l chiamai, ch’egli volò al mio petto.
Seco or son’io! Lasciatemi,
Dolci memorie; o mio
Superbo Etna, o mia povera
Mamma, o diletta ombra paterna, addio!