Le Ricordanze (Rapisardi 1894)/Parte terza/A Lina

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Parte terza - A Lina

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A LINA

NEL REGALARLE UN PUGNALE




I


Perchè il foco e il martel mi diêr travaglio,
     Saldo, lucente ed inflessibil sono,
     E, a par di lui che a te mi manda in dono,
     Fiero ho l’istinto, e la sua tempra eguaglio.

Ma poi che son de’ tuoi sguardi bersaglio,
     E ascolto di tua voce il dolce suono,
     Sento che il mio rigor tutto abbandono,
     E al foco sì, ma a te durar non vaglio.

Strano, o greca beltà, strano è l’effetto
     Del tuo sembiante e delle tue parole,
     Ed or mi sembra affanno, ora diletto.

Morte già davo; ora che amor lo vuole,
     Penetro, e non so come, entro al tuo petto
     Mutato in un sottil raggio di sole.

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II


Mutato in un sottil raggio di sole
     Nel tuo picciolo cor trepido scendo,
     E, come in urna d’alabastro, io splendo
     Fra le memorie sue vedove e sole.

Un profumo di rose e di viole
     Destasi ovunque il mio sorriso io stendo,
     E al susurrar di magiche parole
     Una dolce speranza in cor t’accendo.

Vedi, o piccola mia, tutta è fiorita
     La terra intorno, e amor con novo incanto
     Entra furtivo per la tua ferita.

Deh, s’io, raggio di Sol, non valgo a tanto,
     Fa’ che acciaro io ritorni, e l’empia vita
     Spezzi a colui, che t’è cagion di pianto!