Le Ricordanze (Rapisardi 1894)/Parte terza/Epitalamio
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EPITALAMIO
Nocchier giovane e forte,
Che su la fragil barca,
Sorridendo alla morte,
L’onde spumose varca,
Mira talor fra’ rosei
Tramonti all’aure vane
Danzar leggiadre imagini
Di fate e di morgane.
Siccome fuor di mente,
Per desio che lo alletta
D’una beltà lucente,
La facil prora affretta;
Gli bolle il sangue, l’anima
Gli balza in cor, le braccia
Tende ansimante, e l’aere
Più che il fantasma abbraccia.
Sdegnoso allora o mesto
Della fuggita immago,
Al cheto asil modesto,
Ond’era pria mal pago,
Volge il pensiero, e trepido
Là su la soglia mira
Di due vecchi una candida
Coppia che a lui sospira,
Mentre a la siepe brulla
Al noto orto da canto
S’affaccia una fanciulla
C’ha dentro agli occhi il pianto,
E con l’errante nuvola
Ch’òmbra il solingo piano
Manda saluti e lacrime
All’amor suo lontano.
Oh, tu da ver beato,
Se da’ fallaci sogni
Stanco a la fin, l’amato
Lare tranquillo agogni;
E, fatto all’alma docile
D’esperienze usbergo,
Volgi a l’ambigua illècebra
D’avare sfingi il tergo!
A noi, quando ne affida
L’età, misero loco
Par la casetta fida
E il mondo e il cielo un gioco;
Ma poi che assai dell’essere
Corremmo il dubbio mare,
Il focolar domestico
Vasto universo appare.
Ecco; il paterno tetto
S’orna di nuove aurore;
Ogni mirato objetto
Sente l’aura d’amore;
Ecco, fuor della rigida
Arbore isterilita
Ricca di gemme e d’iridi
Ripullula la vita.
Ne’ pensierosi e neri
Occhi di lei che avanza,
Nuotan cento misteri
D’amore e di speranza;
Sovra la soglia insolita
Sta il genitore antico,
E al novo raggio avvivasi
Del suo sguardo pudico.
Sorge dal doloroso,
Letto ove gli anni stenta,
Con pensiero amoroso
La madre inferma e lenta;
E la trapunta coltrice
Del talamo felice
Piangendo di letizia
Trepida benedice.
Ivi, fra un roseo coro
Di tacite impromesse,
Con lievi fila d’oro
L’ultimo sogno intesse:
Già vede il solitario
Nido, che il cuor careggia,
Dei vostri idoli amabile
Culla, ricetto e reggia;
A un mite occhio di sole
Tranquillamente assisa,
Le ben fiorite ajuole
E il mar tremulo affisa,
Mentre co’ fiori e l’aure
In armonia gioconda
Strillan due labbri rosei,
Brilla una testa bionda.