Le Ricordanze (Rapisardi 1894)/Parte terza/Epitalamio

Da Wikisource.
Parte terza - Epitalamio

../Sotto vedovo ciel... ../Proponimento IncludiIntestazione 1 giugno 2023 75% Da definire

Parte terza - Sotto vedovo ciel... Parte terza - Proponimento
[p. 443 modifica]

EPITALAMIO



Nocchier giovane e forte,
     Che su la fragil barca,
     Sorridendo alla morte,
     L’onde spumose varca,
     Mira talor fra’ rosei
     Tramonti all’aure vane
     Danzar leggiadre imagini
     Di fate e di morgane.

Siccome fuor di mente,
     Per desio che lo alletta
     D’una beltà lucente,
     La facil prora affretta;
     Gli bolle il sangue, l’anima
     Gli balza in cor, le braccia
     Tende ansimante, e l’aere
     Più che il fantasma abbraccia.

[p. 444 modifica]


Sdegnoso allora o mesto
     Della fuggita immago,
     Al cheto asil modesto,
     Ond’era pria mal pago,
     Volge il pensiero, e trepido
     Là su la soglia mira
     Di due vecchi una candida
     Coppia che a lui sospira,

Mentre a la siepe brulla
     Al noto orto da canto
     S’affaccia una fanciulla
     C’ha dentro agli occhi il pianto,
     E con l’errante nuvola
     Ch’òmbra il solingo piano
     Manda saluti e lacrime
     All’amor suo lontano.

Oh, tu da ver beato,
     Se da’ fallaci sogni
     Stanco a la fin, l’amato
     Lare tranquillo agogni;
     E, fatto all’alma docile
     D’esperienze usbergo,
     Volgi a l’ambigua illècebra
     D’avare sfingi il tergo!

[p. 445 modifica]


A noi, quando ne affida
     L’età, misero loco
     Par la casetta fida
     E il mondo e il cielo un gioco;
     Ma poi che assai dell’essere
     Corremmo il dubbio mare,
     Il focolar domestico
     Vasto universo appare.

Ecco; il paterno tetto
     S’orna di nuove aurore;
     Ogni mirato objetto
     Sente l’aura d’amore;
     Ecco, fuor della rigida
     Arbore isterilita
     Ricca di gemme e d’iridi
     Ripullula la vita.

Ne’ pensierosi e neri
     Occhi di lei che avanza,
     Nuotan cento misteri
     D’amore e di speranza;
     Sovra la soglia insolita
     Sta il genitore antico,
     E al novo raggio avvivasi
     Del suo sguardo pudico.

[p. 446 modifica]


Sorge dal doloroso,
     Letto ove gli anni stenta,
     Con pensiero amoroso
     La madre inferma e lenta;
     E la trapunta coltrice
     Del talamo felice
     Piangendo di letizia
     Trepida benedice.

Ivi, fra un roseo coro
     Di tacite impromesse,
     Con lievi fila d’oro
     L’ultimo sogno intesse:
     Già vede il solitario
     Nido, che il cuor careggia,
     Dei vostri idoli amabile
     Culla, ricetto e reggia;

A un mite occhio di sole
     Tranquillamente assisa,
     Le ben fiorite ajuole
     E il mar tremulo affisa,
     Mentre co’ fiori e l’aure
     In armonia gioconda
     Strillan due labbri rosei,
     Brilla una testa bionda.