Le lettere di Aldo Moro dalla prigionia alla storia/Mario Bresciano

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Mario Bresciano

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Eugenio Lo Sardo Agnese Moro

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Gli archivi dei tribunali conservano documenti che sovente finiscono con il costituire un pezzo di storia del nostro Paese e, contemporaneamente, memoria viva di eventi, spesso tragici. Le lettere scritte da Aldo Moro nel lungo periodo di prigionia ne sono un esempio.

Il Tribunale di Roma ha aderito prontamente e con convinzione alla richiesta degli Archivi di Stato di provvedere a un versamento anticipato di tali lettere, scritte su fogli di carta di scadente qualità e soggetta a rapido deterioramento, per evitare che un patrimonio storico andasse disperso. E ciò al fine di mantenere viva la memoria di eventi che hanno segnato profondamente la vita del Paese. Ma tale intento non è limitato al semplice ricordo di fatti che a suo tempo hanno scosso profondamente l’opinione pubblica. Coloro che hanno vissuto, attraverso la radio, la televisione e la stampa, quei tragici momenti, ricordano bene lo sgomento delle prime ore, allorché si diffuse la notizia della strage della scorta dell’onorevole Moro e poi l’ansia, durata ben 55 giorni, per la sorte dell’illustre statista fino al tragico epilogo. Quella vicenda fa parte, oggi, dei nostri ricordi; ma rappresenta qualcosa di più: è memoria storica, ossia un patrimonio di esperienza che deve restare presente nelle nostre coscienze per evitare che fatti simili si ripetano.

Episodi di tale natura accadono, in genere, in periodi di forti tensioni sociali, quando lo Stato presenta segni di debolezza; ed è necessario che siano presenti alle nostre coscienze allorquando crisi economiche e conseguenti tensioni sociali si ripresentano. Ecco perché la memoria di vicende che sono assurte a storia viva e tragica di una nazione deve essere conservata, affinché costituisca non un semplice ricordo di eventi, ma anche un segno di speranza: la speranza di un popolo di riuscire a evitare pericoli futuri e a percorrere, unito e compatto, strade sicure.

Siamo grati all’Archivio di Stato di Roma e a tutti coloro che hanno contribuito all’opera di restauro, tutela e conservazione delle lettere di Aldo Moro. Il loro impegno nel mantenere intatti questi documenti, che ben possiamo considerare storici e patrimonio culturale della Nazione, ci consente di ripercorrere il nostro passato, ma anche di guardare con occhio attento e prudente non solo “al domani, ma al dopo domani”.


Mario Bresciano
Presidente del Tribunale ordinario di Roma