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Chi la fa, l'aspetta

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Giuseppe Gioachino Belli

1837 Indice:Sonetti romaneschi V.djvu corone di sonetti letteratura Chi la fa, l'aspetta Intestazione 27 marzo 2024 75% Da definire

Er primo gusto der monno Le grazziette de mamma
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1837

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CHI LA FA, L’ASPETTA.1

[1.]

     Scusateme, sapé,2 ssora Nunziata:
V’appunto una parola e scappo via. —
Commannateme, sora Nastasia. —
Dite un po’: cquanno fate la bbucata?3

     Nun vedete? è ggià bbell’e ppreparata
La callàra4 pe’ bbulle5 la lesscia.6
Dico perchè cciò7 un po’ de bbiancheria...
Volemo fàlla tutta una tuttata?.8

     Volentieri; ma... è ppiena la tinozza...
Anzi fàtem’annà9 ssinnò10 la robba
Pijja troppo de covo11 e mme s’incòzza.12

     Ho ccapito. Ma ggià cquesto succede
A cchi ggratta le schine co’ la gobba.13
Abbasta, chi nun more s’arivede.14

22 febbraio 1837.


Note

  1. [Proverbio.] Vedi il [sonetto] seguente.
  2. Sapete.
  3. Il bucato.
  4. Caldaia.
  5. Per bollire, in significazione attiva.
  6. La lisciva: [il ranno].
  7. Ci ho: ho.
  8. Vogliamo fare tutto un insieme?
  9. Fatemi andare.
  10. [Se no]: altrimenti.
  11. Piglia di covo, cioè: “acquista mal odore per lo stagnar soverchio del liquido.„
  12. Le sozzure la penetrano.
  13. A chi blandisce i maligni. [Modo proverbiale.]
  14. Proverbio.
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LE MONTAGGNE NUN Z’INCONTRENO1

[2.]

     Eh sora Nastasìa. — Cosa ve dole? —
Inzomma? eh sora Nastasìa! — Che vv’essce? —
Presto, ché vv’ho da dì cquattro parole. —
A nnoi, sentìmo cosa so’ ste pressce.2

     Me fate mette3 du’ matasse ar zole? —
Magara,4 bbella mia; ma mm’arincressce
Ch’er tetto serv’a mmé. — Vvia, so’5 ddua sole.... —
Sì, un po’ ppiù in là: cquanno la luna cressce. —

     Ma ssapete che ssete6 una cosaccia? —
Tirate er fiato a vvoi:7 ggiucate er zei.8
Sì, una scontenta,9 e vve lo dico in faccia. —

     Nun z’aricorda ppiù de quel’affare?
Quer che llei fesce a nnoi noi famo10 a llei.
Oggni nodo viè ar pettine,11 commare.

22 febbraio 1837.

Note

  1. Le montagne non s’incontrano: proverbio. Vedi il sonetto precedente.
  2. [Prescia: fretta.]
  3. Mi fate mettere.
  4. Magari.
  5. Sono.
  6. Siete.
  7. Ritorcete su voi l’ingiuria.
  8. Giuocate il sei, cioè: “sei tu ciò che dici a me.„
  9. Discortese.
  10. Facciamo.
  11. Proverbio.