Le odi di Orazio/Libro secondo/IV

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Libro secondo
IV

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Quinto Orazio Flacco - Odi (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Mario Rapisardi (1883)
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IV.


Amor d’ancella non ti dia rossore,
    Santia Focèo. Prima di te la serva
    Briseide mosse l’insolente Achille
            4Col suo candore;

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Mosse la forma di Tecmessa schiava
    Il suo signore, il Telamonio Ajace;
    Arse l’Atride trionfante della
            8Vergin rapita,

Poi che il vincente Tessalo le torme
    Barbariche ebbe dome, e il morto Ettòrre
    Agevolò di Pergamo agli stanchi
            12Greci il conquisto.

Se della bionda Fillide i parenti
    Beati onorin te genero ignori:
    La regia stirpe ed i penati iniqui
            16Certo ella piange.

Credi, tra plebe scellerata eletta
    Ella non ti fu già: si fida e avversa
    Al lucro, certo, ella non può da sozza
            20Madre esser nata.

Le braccia, il volto, le tornite gambe
    Schietto io ne lodo: ingelosirti schiva
    D’uno a cui l’età rapida l’ottavo
            24Lustro già chiuse.