Le opere e i giorni (Esiodo - Romagnoli)/Giorni fausti e giorni infausti

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Giorni fausti e giorni infausti

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Esiodo - Le opere e i giorni (Antichità)
Traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1929)
Giorni fausti e giorni infausti
Precetti vari
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GIORNI FAUSTI E GIORNI INFAUSTI


     765I dí che son da Giove segnati, secondo la sorte,
osserva bene; e ai servi ricorda che il trenta del mese
per sorvegliare i lavori, spartir le provviste, è il piú adatto,
quando però dei giorni giusto ordine tenga la gente.

     E questi sono i giorni che fausti designa il Croníde.

770Per primi, il primo e il quarto son sacri, ed il settimo giorno
— ché Lato in questo a luce die’ Febo dall’aurea spada.
Poscia, l’ottavo e il nono: son questi due giorni del mese
crescente, ottimi ad ogni bisogna che compia un mortale.

Anche l’undecimo è buono, buono anche il duodecimo, sia
775per i ricolti, sia per tosar delle pecore il vello.
Il dodicesimo, assai dell’undecimo è meglio; ché allora
il ragno tesse, ch’alto nell’aria si libra, la tela,
quando nei giorni piú lunghi la Scaltra1 prepara il suo mucchio.
Pianti il telaio allora la donna, ed affretti il lavoro.

780Quando è sul mezzo il mese, nel dí tredicesimo, schiva
di cominciar la sementa; ma ottimo tempo è d’innesti.

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Il sedicesimo, porta disgrazia alle piante. Fortuna
nascere è allora per l’uomo; per una ragazza, fortuna
non è, né prima a luce venire, né muovere a nozze.
785Neppur nascere il sei fortuna è per una ragazza:
il sei vale a curare gli agnelli e ogni specie di greggi:
è fausto questo dí per costrurre recinti agli armenti,
buono è per l’uomo. Chi nasce quel dí, predilige gli scherzi,
gl’inganni astuti, i finti discorsi, i colloqui d’amore.

790Devi il diciotto del mese castrare i cinghiali ed i bovi
alto muggenti; e il dodici, i muli tenaci al lavoro.

Il giorno venti, a tempo d’Està, procreare figliuoli
un uomo accorto deve: ché allora è di mente piú saldo.

Buono è che l’uomo nasca nel decimo dí, la ragazza
795nel quartodecimo. In questo, le greggi ed i lenti giovenchi
dai lunghi corni, e il cane mordace, ed il mulo tenace
mansuefare devi con man carezzosa; ma schiva
bene, nel quarto giorno del mese che nasce o che muore,
l’anima roder nei crucci; ché sacro è quel giorno ai misteri.

800Nel quinto dí del mese, conduci la moglie alla casa,
quando gli auspici avrai consultati piú adatti a tal fine.

I quinti giorni schiva; ché infausti sono essi e nocivi.
Nel quinto dí, l’Erinni si dice che girino attorno
ad Orco, figlio d’Eris, tormento a chi vïola il giuro.

805Deve, a metà, chi bene provvede, del settimo giorno
batter su l’aia liscia di Dèmetra il sacro frumento;
e deve il boscaiolo tagliare pel talamo i tronchi,
tagliare molta legna che valga a costrurre le navi.

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Il quattro, a costruire comincia le navi leggere.

810Il diciannove è un giorno che vale di piú sul tramonto.

Il nove, invece, mai non reca cordoglio ai mortali:
per generare è buono, per nascere è buono un tal giorno.

Ottimo è anch’esso il dí ventinove, ma pochi lo sanno,
per metter mano al tino, per mettere il giogo sul collo
815ai bovi, ai muli ed ai cavalli dal piede veloce,
per spingere nel mare le navi dai multipli banchi.
Come le cose stanno, ben pochi lo possono dire.

Apri il dí quattro il tino. Fra tutti il quattordici è tristo.
È dopo il venti il quattro, ma pochi lo sanno, il migliore,
820quando l’aurora spunta: piú tristo è di molto al tramonto.

Conoscer questi giorni, grande utile reca ai mortali.
Gli altri intermedî, non hanno destino, saperli non giova:
chi loda questo, chi quello; ma il vero lo sanno ben pochi.

     È fortunato l’uomo, beato, che tutta conosce
825questa dottrina, e, senza mancar verso i Numi, lavora,
interpretando gli auspici, schivando ogni iniquo trascorso.


Note

  1. [p. 279 modifica]La Scaltra (Ἴδρις) è la formica: uno dei soliti nomignoli enigmatici.