Le tre parche/Le tre parche del Bandello

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Le tre parche del Bandello

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Dedica I. Cloto


 
   Ditelo, Muse, il parto glorïoso
del felice fanciul cui ’l padre arride,
futura gloria al gran nome Fregoso.
   Voi prime foste che cortesi e fide
5in grembo il raccoglieste quando nacque
e questa luce faustamente vide.
   A voi di molle baccare no’ spiacque
la bella fronte cingerli soave-
mente, e lavarlo d’Ippocrene in l’acque.
   10Con voi Lucina fu, né le fu grave
sparger salubri unguenti attorno attorno,
acciò che ’l parto doglia non aggrave.
   E di Cipro su ’l carro aurato e adorno
venne la bella madre di Cupído,
15spirando ambrosia e sacri odori intorno.
    L’alme tre Grazie il casto letto e fido
cinser di gigli, di vïole e croco,
e fêr di rose un odorato nido.
    L’Adige chiaro corse, e ’n ogni luoco
20rivestí Flora i colli e le campagne,
e Garda cominciò far novo gioco.
    Del gran Catullo, dove Sirmio piagne
e ’l chiar Benaco abbraccia, udissi l’ombra
gridar: - O dotta patria, a che ti lagne?
    25L’alto tuo duol da te lieta disgombra,
ché nato è quel ch’i tuoi antichi onori
rinova e di maggior accresce e ingombra. -
    Le vaghe ninfe quanti mai fur fiori
givan spargendo, tal che ’l luoco allora
30spirava di Sabei li cari odori.
    Ed ecco in un momento venner fòra
da la casa di Giove quelle antiche
sorelle sí temute al mondo ogni ora.
    Avean d’ogni uomo a i fusi le fatiche,
35amare e dolci come gira il cielo,
ch’a l’uno sian contrarie, a l’altro amiche.
    Sembrava il lor vestir un schietto velo
candido tutto, e l’arboscel di Giove
de le teste copriva il vecchio pelo.
    40Queste filando bianche fila e nove
del vital stame del fanciul beato
ch’ornerá ’l mondo di tant’alte prove,
    a quel si fêr vicine, sendo nato,
e li baciâr la guancia e ’l picciol viso,
45tratte dal suo divin propizio fato.
    Indi la rocca Cloto con un riso
si pose al fianco, e ’l fuso a giro a giro
torcea, vicino al ben dal mal diviso.
    Lachesi il filo senz’alcun sospiro
50traendo ugual e candido, dicea:
- Eterna fama e chiara gloria i’ tiro. -
    Atropo lieta col fanciul ridea,
dicendo: - Dopo molti e molti lustri
il fil non troncherò maligna e rea. -
    55La ricca culla candidi ligustri,
licne, narcisi e immortali amaranti
coprian con mille vaghi fior illustri.