Lettera di Francesco Paolo Frontini a Mario Rapisardi
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Sesto San Giovanni
1.4.84
Amatissimo Sig. Professore,
Ce l’ho qui il suo Giobbe, che a dispetto degli invidiosi è un altro capolavoro che dalla sua penna si aspettava.
Col mio scarso ingegno l’ho studiato dal principio alla fine e le dirò che molti brani sono adattissimi a musicare.
La strana canzone:
Ho pregato, pregato e il cielo s’è aperto.
Qui è disceso un giovane signore che offre una bella tela al compositore pei delicati pensieri che in essa abbondano come ancora il canto di Zilpha“Un paese conosco ove non ride
Caldo e raggiante il sole"
e la Lauda di suora che mi ricorda il nostro canto siciliano:
"amuri amuri chi m’ha fattu fari"
sono i punti dove ho fermato di più la mia attenzione.
Lei mi darà il permesso e l’onore di vestire i suoi versi con della mia meschina musica? - Oso sperarlo -.
Il Ricordi è dietro a stamparmi alcune melodie fra delle quali il Sogno Malese, e perciò non posso azzardarmi a prometterle che subito potrei consegnare all’editore della nuova musica, s’intende suo Giobbe, ma mi spero per l’autunno.
Ed or accetti i miei più distinti ossequi e si ricordi di me come del suo più affezionato ammiratore.
F. Paolo Frontini
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