Vai al contenuto

Lettere (Andreini)/Lettera LXXVIII

Da Wikisource.
LXXVIII. Della Militia, e d’Amore.

../Lettera LXXVII ../Lettera LXXIX IncludiIntestazione 5 febbraio 2016 75% Da definire

LXXVIII. Della Militia, e d’Amore.
Lettera LXXVII Lettera LXXIX
[p. 73v modifica]

Della Militia, e d’Amore.


V
ALOROSO giovene, infinite volte hò udito à dire, che Amor è alla militia conforme. L’arte della guerra non vuol persone timide; ma corraggiose. Amor i vili dal suo Regno discaccia. La Militia, & Amore s’accordano nell’elegger chi nella servitù loro mai non si stanchi, e vogliono, che in ogni tempo, e ’n ogni luogo sappian durar fatica non meno quando agghiaccia, che quando avampa il Mondo il buon soldato, e ’l buon amante bisogna, che sappiano mover cauto il piede, far viaggi occulti, strade palesi, dormir alla campagna, dar assalti, ritirarsi à tempo, patir il male patientemente, contentarsi di poco bene per ricompensa, saper andar più per le tenebre, che per la luce, haver tallhora nell’animo un essercito di pensieri diversi, e confusi, parte de i quali affermi la vittoria, e ’l premio della fatica, e parte faccia disperar ogni bene mettendo il tutto per difficile, e per impossibile da ottenersi. Convien, che ’l Soldato, e l’amante sappiano rubbar accortamente, e diligentemente nasconder la preda, far bottini alcuna volta non aspettati, saper ogn’un d’essi ne’ suoi conflitti usar gli inganni, gli stratagemi, premiar ben chi serve, e sopra tutto le spie, nelle cui mani stà il dare, e ’l tor la vittoria, sopportar con ogni sorte d’humiltà, e di pacienza quegli le minaccie, le parole severe, aspre, pungenti, e ’l ciglio

[p. 74r modifica]cruccioso del suo Capitano, e questi della sua Donna, non esser riconosciuto delle fatiche, e talhora ricever premio inaspettato, esser diligente nel saper far imboscate, e ’ncamiciate sicure; non si perder d’animo, nelle scaramuccie, esser presto nel salir una muraglia, non temer i pericoli, e mill’altre cose insomma, che alla Militia, & ad Amor si convengono. Si come dunque il valoroso soldato dando l’assalto ad una fortezza, se trova, che gli nemici subito si rendono, per innespugnabil, ch’ella sia non riman sodisfatto parendoli d’haver vinto cosa di poco momento, e quasi che hà in odio la vittoria, così l’amante, se vede, che da principio la Donna si rende alle sue voglie, quasi, ch’egli, per simil’atto la sprezza, nè gode punto di così facile acquisto: ma s’egli avviene, che al valoroso Soldato i nemici s’oppongono, e facendo testa, arditamente combattano, egli non senza pericolo della vita, affaticandosi, vincendo poi, tutto allegro, e contento entra al possesso, e spiega le vincitrici insegne. Così ancora l’amante se incontra donna, che resista, avanzandosi nel proprio desiderio, s’infiamma nell’altrui gloria, & ottenuto l’effetto, in se stesso gioisce. Sia dunque la donna accorta, benche vaga d’amoroso contento (amoroso, ma honesto) ritrosa; perche mostrandosi non aspramente schiva, e finalmente rendendosi, fa provar all’amante consolatione indicibile. Non vi paia dunque strano, dolce Signor mio, s’io mi dimostro soavemente acerba, e guerriera, armata di dolce rigore, in questo amoroso arringo, ch’io nol fo per altro, che per accrescer quella [p. 74v modifica]gioia, che sentirete poi, quando con voce da voi lungo tempo desiderata, mi sentirete dire. Havete vinto. Non vi dispiaccia il servirmi (per dir come voi dite) poiche la servitù attende la mercede, assicurandovi, ch’io non m’involo per fuggirmi da voi: ma per darvi occasione di seguirmi, sapend’io fermamente, che per la difficoltà cresce il desio. Intanto conservate nel lor sereno, quelle chiarissime luci, che sole hanno forza di sgombrar le tenebre dell’oscura mia vita.