Lettere (Isabella Teotochi Albrizzi)/V
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Ad Antonio Canova1
P.mo, Amico
Venezia 20 Aprile 1805.
Ella inspira, mio pregiatissimo amico, a’ miei compatriotti l’arduo desiderio di cimentarsi in quella carriera, in cui ella ora unico e sommo si trova. I parenti d’un bone intenzionato giovane mio connazionale. Paulo Prosalendi, desiderano ch’io a lei lo raccomandi, ed io lo fo con quel piacere che provo sempre nel secondare quelli che desiderano d’istruirsi, e tanto più volentieri lo fo verso di lei, che ama, protegge, istruisce tutti quelli che iniziare si vogliono nella bella carriera, che, con tanto onore d’Italia nostra, ella tutta scorse vittorioso.
Ho ammirato con gran piacere il suo nuovo disegno dell’Ercole furioso, e l’ho ammirato appunto in compagnia del nostro Cesarotti, sensibilissimo di vederselo dedicato. Il carattere dell’ Ercole è d’un grandioso sublime, e tutto in quel quadro spira lutto e terrore 2. Pare ch’ella abbia anche voluto in quel quadro ravvicinare alla superiorità descrittiva della poesia, l’inferiorità del disegno, che non può rappresentare che un sol momento, dipingendo le successive situazioni di quei sventurati giovanetti.
Addio, sublime Canova; stia bene, ed aggradisca co’ miei cordialissimi saluti, quelli di mio marito, e del K. Pindemonte. Sono con pienissima stima ed attaccamento
Sua aff.ma Amica
Isabella Teotochi Albrizzi.