De l'albergheria de la Fede Cristiana.
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19 settembre 2008
75%
letteratura
<dc:title> Libro de' Vizî e delle virtudi </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Bono Giamboni</dc:creator>
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Libro de' Vizî e delle virtudi - De l'albergheria de la Fede Cristiana. Bono GiamboniXIII secolo
De l'albergheria de la Fede Cristiana.
Ammaestrato finemente dalla Filosofia di tutti li articuli de la fede, laonde sapea che sarei domandato, montammo a cavallo per compiere nostra giornata, e cavalcammo tanto ch’a ora di vespero fummo giunti a l’albergo della Fede. E questo era un palagio molto grande, le cui mura eran tutte di diamante, lavorate sottilmente ad oro e con buone pietre preziose; e ivi smontammo, e cominciammo il palagio a guardare.
E quando avemmo assai veduto, disse la Filosofia: - Che ti pare di questa magione? - E io dissi: - Questa è tanto maravigliosa e bella, che mi pare una de le magioni di paradiso, c’ho già udito a’ frati molte volte predicare -. Ed ella disse: - Questo è il tempio che ad onore di Dio edificò Salamone; e avegna che non sia cosí bello come sono le magioni di paradiso, vo’ che sappi che questa è fatta a similitudine di quelle.
E quand’ebbe cosí detto, entrammo là entro e montammo ne la sala là ov’era la Fede, che sedea in su una sedia molto maravigliosa e grande; e intorno di sé avea molta gente, cu’ ella insegnava e ammaestrava; ed era vestita d’un umile vestimento, e stava tutta cotale accercinata.
E quando la Filosofia fue tanto presso a la Fede che la potea vedere, incontanente dalla lunga la conobbe, e rizzossi in piede e scese della sedia e vennele incontra. E quando le fu presso, si inginocchiò per baciarle il piede; e la Filosofia nol sofferse, ma pigliolla per la mano e rizzolla; e quando fue ritta in piede l’abbracciò, e cominciaro per gran letizia a lagrimare. E quando poteron riavere lo spirito1, sí si salutaro; e dipo ’l saluto disse la Filosofia: - Figliuola mia, Fede, come ti contien tu nel servigio e nella grazia di Dio? - Ed ella disse: - Assa’ bene, quando sono di te acompagnata, perché sanza la tua compagnia non si può Dio conoscere né niuno bene adoperare -. Ed ella disse: - E a me il mio conoscimento poco varrebbe, se non fosse la fede tua e le devote orazioni, che die e notte fai al Signore per l’umana generazione.
E quando ebbero cosí detto, s’asettaro a sedere e ragionaro di loro fatti comuni. E quando ebbero assai ragionato, furono appellate che n’andassero a cena; e andarne, e cenaro a grand’agio e con molta allegrezza. E avegna che fosse lieve la cena e di poche imbandigioni, ma del rilievo si consolarono tanti poveri, che non avrei creduto che nel mondo n’avesse cotanti.
Note
- ↑ riavere lo spirito: riprendere fiato.