Lirica (Ariosto)/Appendice prima - Liriche dubbie/In cosmicum patavinum carmina maledica/XVIII. - Non creda che abbia finito di...

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XVIII. - Non creda che abbia finito di...

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XVIII. - Non creda che abbia finito di...
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XVIII

Non creda che abbia finito di dire tutte le sue magagne

     Cosmico, non pensar per tuo conforto
che gionto sia il mio legno a meza via
per l’ampio mar de la tua vita ria,
ch’io non ho ancor la prora fuor del porto.
     Io non ho ditto como fusti accorto
che, fingendo saper nicromanzia,
venisti all’atto de la sodomia,
facendo mezo la testa di un morto.
     Quel poco cauto e simplice gargione,
che disiava del futuro intendere,
seppe alla fin come un crister si pone.
     Qui tua malignitá si pò comprendere,
che non contento offender le persone
vive, volesti ancor li morti offendere.
                    Verá teco a contendere
quella testa al gran di gridando forte:
— Costui peccar mi fe’ dopo la morte! —