Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino/Appendice/Della Traslazione del Corpo di S. Leo dalla Chiesa di S. Felice a quella di S. Maria in Pensili
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Capitolo III
§. I.
Della Traslazione del Corpo di S. Leo dalla Chiesa di S. Felice a quella di S. Maria in Pensili
7. NElla
leggenda della sua Vita si osserva, che abbandonato il monastero di S, Felice da
suoi Monaci, e distrutta la sua Chiesa, ex Corpus extractum, ad Ecclesiam S.
Maria in Pensilulis constructam in Castro S. Martini venerabiliter, et
solemniter translatum fuit. In fatti così si osserva nel secondo quadretto del
lato sinistro della detta Tavola, cioè, che riposta la Cassa del S. Corpo sopra
un carro, se gli facesse incontro il Clero, e Popolo processionalmente, e che
con solennità lo trasferissero in detta Chiesa Matrice di S. Maria in Pensulis
, e in memoria di questa Traslazione ogni anno sogliono que’ Popoli fare la
corsa de’ Buoi con carri nella vigilia della sua Festa, come si è notato nel
lib. I. cap. II. N.67.
8. Anche nella medesima leggenda si vede che detta Traslazione fu
fatta « non multo post ipsius obitum »; e
a tempo propriamente, che regnava in Loritello Roberto Normanno Comes Comitum, e
vogliono, che fusse miracolosa l’invenzione di questo S. Corpo, asserendosi, che
Roberto « tumulum venando detexit », cioè, che legato il cavallo all’anello
d’una lapide sepolcrale, per Divina Provvidenza smossa a viva forza, il cavallo
genuflesso rimanesse fin’ a tanto, che giungessero il Conte, o altri, che
fussero, i quali vedendo questo divino spettacolo, e osservando, che dentro il
sepolcro si conservava il d. sagro Deposito, con altre reliquie, riconosciute da
una carta pergamena, che ritrovarono dentro un cannello di piombo, quale
attualmente abbiamo tra le memorie di esso Santo nella Terra di S. Martino, ne
diedero il dovuto avviso al Clero, e Popolo della medesima Terra, di cui in quel
tempo era di pertinenza del luogo, e successivamente ne fu fatto il trasporto,
come nella Relazione Storica dell’ultima Traslazione, che si trascrive appresso,
e a sufficienza tutto ciò si esprime nell’ultimo quadretto del lato dritto
della suddetta Tavola, e negli altri dell’altro lato.
9. In detta Chiesa di S. Maria in Pensili il Corpo di questo glorioso
Santo è stato venerato per molti Secoli, ove a sua intercessione si è degnato
il Signore Iddio di oprare molti prodigi, e miracoli, conforme raccontano i
nostri Frentani, e specialmente que’ pii Cittadini di S. Martino; e qui ci piace
riferire quel, che dice Tommaso Costo nell’Aggiunta alle Storie del Regno
di Napoli di Pandolfo Colenucci part.3. lib.I. dell’edizione di Vinegia del
1591. pag.11. Egli trattando delle cose avvenute nel Regno nel 1566. così
scrive: « Era già il Mese di Agosto di quest’anno 66, quando l’Armata
Turchesca guidata da Pialì Bassà ». scorse fino al Golfo di Venezia; e
come fu al dritto di Pescara, luogo famoso, e forte dell’Abruzzo, fece alto.Di
poi dato di nuovo de’ remi in acqua, assaltò quella riviera, ove per
trascuraggine del Governatore di quella Provincia si era fatto poco
provvedimento, e pose a sacco, e a fuoco alcune Terre, cioè Francavilla, Ortona,
Ripa di Chieti, S. Vito, il Vasto, la Serra Capriola, Guglionesi, e Termoli,
menando via e di robba, e di gente quanta ne poté mettere su Galee, guastando,
e rovinando tutto il resto. Non fu altresì offeso dalla barbara rabbia il
picciolo, ma nobile Castello di S. Martino: il che fu attribuito a’ meriti di S.