Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino/Appendice/Della Traslazione del Corpo di S. Leo dalla Chiesa di S. Felice a quella di S. Maria in Pensili

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APPENDICE
Capitolo III
§. I.
Della Traslazione del Corpo di S. Leo dalla Chiesa di S. Felice a quella di S. Maria in Pensili

../Di San Leo Confessore, Protettore principale di San Martino, Terra della Diocesi di Larino ../Della Traslazione del Corpo di S. Leo dalla Chiesa di S. Maria in Pensili alla Chiesa Matrice di S. Pietro IncludiIntestazione 8 gennaio 2009 25% Storia

APPENDICE
Capitolo III
§. I.
Della Traslazione del Corpo di S. Leo dalla Chiesa di S. Felice a quella di S. Maria in Pensili
Appendice - Di San Leo Confessore, Protettore principale di San Martino, Terra della Diocesi di Larino Appendice - Della Traslazione del Corpo di S. Leo dalla Chiesa di S. Maria in Pensili alla Chiesa Matrice di S. Pietro


7. NElla leggenda della sua Vita si osserva, che abbandonato il monastero di S, Felice da suoi Monaci, e distrutta la sua Chiesa, ex Corpus extractum, ad Ecclesiam S. Maria in Pensilulis constructam in Castro S. Martini venerabiliter, et solemniter translatum fuit. In fatti così si osserva nel secondo quadretto del lato sinistro della detta Tavola, cioè, che riposta la Cassa del S. Corpo sopra un carro, se gli facesse incontro il Clero, e Popolo processionalmente, e che con solennità lo trasferissero in detta Chiesa Matrice di S. Maria in Pensulis  , e in memoria di questa Traslazione ogni anno sogliono que’ Popoli fare la corsa de’ Buoi con carri nella vigilia della sua Festa, come si è notato nel lib. I. cap. II. N.67.
 8. Anche nella medesima leggenda si vede che detta Traslazione fu fatta « non multo post ipsius obitum  »; e a tempo propriamente, che regnava in Loritello Roberto Normanno Comes Comitum, e vogliono, che fusse miracolosa l’invenzione di questo S. Corpo, asserendosi, che Roberto « tumulum venando detexit », cioè, che legato il cavallo all’anello d’una lapide sepolcrale, per Divina Provvidenza smossa a viva forza, il cavallo genuflesso rimanesse fin’ a tanto, che giungessero il Conte, o altri, che fussero, i quali vedendo questo divino spettacolo, e osservando, che dentro il sepolcro si conservava il d. sagro Deposito, con altre reliquie, riconosciute da una carta pergamena, che ritrovarono dentro un cannello di piombo, quale attualmente abbiamo tra le memorie di esso Santo nella Terra di S. Martino, ne diedero il dovuto avviso al Clero, e Popolo della medesima Terra, di cui in quel tempo era di pertinenza del luogo, e successivamente ne fu fatto il trasporto, come nella Relazione Storica dell’ultima Traslazione, che si trascrive appresso, e a sufficienza tutto ciò si esprime nell’ultimo quadretto del lato dritto della suddetta Tavola, e negli altri dell’altro lato.
  9. In detta Chiesa di S. Maria in Pensili il Corpo di questo glorioso Santo è stato venerato per molti Secoli, ove a sua intercessione si è degnato il Signore Iddio di oprare molti prodigi, e miracoli, conforme raccontano i nostri Frentani, e specialmente que’ pii Cittadini di S. Martino; e qui ci piace riferire quel, che dice Tommaso Costo nell’Aggiunta alle Storie del Regno di Napoli di Pandolfo Colenucci part.3. lib.I. dell’edizione di Vinegia del 1591. pag.11. Egli trattando delle cose avvenute nel Regno nel 1566. così scrive: « Era già il Mese di Agosto di quest’anno 66, quando l’Armata Turchesca guidata da Pialì Bassà ».  scorse fino al Golfo di Venezia; e come fu al dritto di Pescara, luogo famoso, e forte dell’Abruzzo, fece alto.Di poi dato di nuovo de’ remi in acqua, assaltò quella riviera, ove per trascuraggine del Governatore di quella Provincia si era fatto poco provvedimento, e pose a sacco, e a fuoco alcune Terre, cioè Francavilla, Ortona, Ripa di Chieti, S. Vito, il Vasto, la Serra Capriola, Guglionesi, e Termoli, menando via e di robba, e di gente quanta ne poté mettere su Galee, guastando, e rovinando tutto il resto. Non fu altresì offeso dalla barbara rabbia il picciolo, ma nobile Castello di S. Martino: il che fu attribuito a’ meriti di S.

Leo, Protettore di quel luogo, dove le sue Sagre Reliquie si conservano.