XX. Azzone, di cui dice Ughellio, che visse circa gl’ anni della
salute 960. cioè , prima che la Chiesa di Benevento fusse eretta in Metropolitana , il che
se guì in un Concilio Romano sotto Giovanni XIII. l’ anno 969. Questo Azzone col notato anno
di sopra, come principio del suo governare , viene registrato nella Sala ; Actius ,
sive Azzo vulgo Azo ab Anno DCCCCLX. Reg. Pont. Jonne XII. Ma colla prima voce
di Actius, o Azio in nessun monumento sinora l’abbiamo incontrato.
Di questo Azzone si fa ricordo da Leone Ostiense nella Cronaca Cassinese al cap. 6. del
lib. 2. dove, secondo il m. f., dato fuori dal P. D. Angelo della Noce, questo viene
registrato, e a noi piace farci alcuna nota per maggior chiarezza, come siegue :
Constantinus quoque, Praepositus S. Benedicti de Lariano, così per
Larino, con voce corrotta dalla barbarie di quel secolo, proclamavit in
placito Maldefrion, che pure è scritto Maldefrit, nell’ edizione , che ne fece il Laureto,
Comitis super Azonem Episcopum ipsius Civitatis de Ecclesia S. Benedicti in Pectinari,
quam idem Epicopus cum omnibus possessionibus ejus, sibi vin dicaverat ; & ostensa
ratione, ac justitia nostra , judicante Comite , & Episcopo renunciante , recollegit eam ; & quoniam
destructa erat, a fondamentis eam restaurans, ibi Monasterium , quod hactenus intra
Civitatem fuerat, esse constituit, ibique cum Monachis , che altra lezione dice,
cum Fratribus, così per lo più veni vano appellati negl’antichi loro monumenti i Monaci Benedettini,
religiose vivere caepit. Alle quale parole aggiungendo l’ Ughellio : Haec de
Azzone, qui Episcopus cum Monachis vitam duxit monasticam tantum reperimus, caetera, ejus acta obscura sunt. Si vede adunque da tutto ciò l’abbaglio, che prende Ughellio, volendo , che Azzone menasse vita monacale, quandocche, non Azzone, ma Costantino, Preposto di S. Benedetto di Larino, fu quello il quale, ricevuta la
Chiesa di S. Benedetto in Pettinara, e risturandola da’ fondamenti, vi edificò un Monistero, nel quale co’ suoi Monaci incominciò a vivere. Si parla di questa Chiesa, e Monistero di Pettinara nel lib. 4. cap.1. n.46.
Dello stesso Azzone abbiamo memoria in un istrumento di concessione in Enfiteusi, che si fa di alcuni beni di esso Monistero di S. Benedetto in Pettinara da Giovanni Abate ad Azzone, figliuolo del medesimo Vescovo di Larino, e al Conte Maldefredo, il quale istrumento si riporta dal P. Abate Gattola nella Storia di Monte Casino nel sec.V. Cassinese, che è dall’ anno 900. al 1000. num. 7. Quindi bisogna dire, che Azzone prima del Vescovado ebbe moglie , e figliuoli, leggendosi in esso istrumento nel principio così
† In Dei nomine scriptum convenientiae , qualiter ego Azzo filius quondam
Azzoni, così, Episcopi bona mea manifesta causa facio, quia in Domus Joannes Abbas. E
questo seguì nell’ anno 1006. dal che possiamo ricavare, che il nostro Vescovo Azzone fu Cittadino
Larinese , come si è detto nel lib. 3. cap.1. §. 2. n. 15. ove degl’ Uomini
Illustri della Città di Larino.
Il P. Abate Gattola nella Storia Cassinese loc. cit. p. 130. vuole , che verso
questi tempi Leone fusse Vescovo Larinese : Le o Presbyter, ac deinde Episcopus
Larinensis Monasterium S. Benedicti in Patria sua, parla di Larino , Cassinatibus dono dedit : Egli però non
fu nostro Vescovo, vedendosi chiaramente dalle Lettere di Agapito Papa nell’anno 945. dirette al
medesimo Leone, intruso nel Vescovado di Trivento, e a Benedetto intruso in quello di Termoli, colle quali
si ordina ad istanza di detto Giovanni III. Vescovo di Benevento di non ingerirsi nel governo di dette
rispettive Chiese , che avevano occupato, dichiarando , che tanto queste, quanto tutte le altre
Chiese del Principato Benventano spettassero al Vescovo di Bene vento, come nelle
medesime Lettere , che si leggono distese presso Ughellio nella vita del suddetto Giovanni
III. Vescovo Beneventano . Qui quasi per un secolo ci abbandonano le memorie de’
Vescovi Larinesi, inghiottite , e sepolte dalla profonda insaziabile Voragine del tempo, e dopo Az zone il primo, che abbiamo è ...