Monete e medaglie degli Spinola/Capo II

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Fatti più gloriosi degli Spinola

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Capo I Capo III

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CAPO II.


FATTI PIÙ GLORIOSI DEGLI SPINOLA



Non è lieve cosa certamente remunerar i fatti illustri, che gli Spinola compirono, o combattendo con gloria nei campi, o prodigando i loro averi a vantaggio della patria, o rendendo quella indipendenza, che altri tentava rapirle. Io ricorderò le imprese di Oberto figlio di Guido, reputato stipite di questa famiglia. Console nel 1149, e nel 1154 seppe in congiunture difficilissime mantenere l’indipendenza dalla patria conquistata. Ambasciatore [p. 8 modifica]all’Imperator Federico nel 1158, ne sostenne con energia i diritti. Arbitro nelle questioni che la Repubblica avea con Lupo Re di Castiglia, l’utile della patria conciliò con quello dell’avversario, sicché ad entrambi restò accettissimo. Chiamato un’altra volta a seder tra i Consoli nel 1161 conservò le possessioni della Repubblica vincendo l’invidia di Federico Imperatore e dei Pisani, che bramavano sminuirle. E milite coraggioso in battaglia, quanto prudente magistrato, snidò da Corsica e da Sardegna i Saraceni.

I figli ne emularono le virtù ed il valore. Ansaldo e Guido furono Consoli: quello nel 1150 e 1159, questi nel 1179 e 1189. Amendue resero fiorente il Comune, e Guido Ammiraglio in Siria, e nel 1192 Ambasciatore all’Imperator Greco allargò gl’interessi del suo paese. Nicolò fu glorioso per la difesa di Ceuta nel 1231, e n’ebbe rimunerazione dal Re Moro in ottomila Bisantini, somma assai cospicua per quei tempi, e in un superbo cavallo, sul quale entrò trionfante nella città natale che l’accolse piena d’orgoglio. L’Imperator Federico lo fé Ammiraglio della sua flotta, e né per fede, né per valore ebbe a gloriarsi di migliori. Un altro Nicolò viene alla mente vissuto verso la fine dello stesso secolo XIII, che dopo varie imprese minori, nel 1294 riportò presso Pera, una luminosa vittoria sui Veneziani, perdenti ben venticinque galere.

Famoso assai è il nome di Oberto Spinola figlio a Guglielmo, che levò la famiglia ad un altezza alla quale non era ancor giunta. Nel 1265 vedendo la patria oppressa ed in gravi discordie cambiò la forma del Reggimento; astringendo Alberto di Rivola, cittadino di Bergamo, a dimettere la podestà, creò capitani Guido Spinola e [p. 9 modifica]Nicolò Doria. E nel 1270 fu Capitano egli stesso e ritenne quel nobile grado sino al 1291, nel quale volontariamente rinunziò. Egli è vero che durante il suo reggimento grandi calamità pesarono sulla Repubblica per le scissure dei cittadini da opposte libidini travolti; ma ciò malgrado, egli meritò assai bene della patria, e per la rettitudine del suo operare, e per le magnanime imprese di cui fu promotore. Richiamato a sé il ministerio della cosa pubblica, inviò il collega Oberto Doria contro i Pisani, e costui nella terribile giornata della Meloria distruggendo la flotta nemica liberò la patria dall’emula Città, e le diede l’impero del mediterraneo contrastatole sino allora.

Corrado figlio di Oberto seguì gli esempi del padre. Capitano con Corrado Doria contenne gli animi agitati dei cittadini. Riunì forze bastevoli a spedire nell’Adriatico Lamba Doria contro i Veneziani, che Genova minacciavano di continuo. Fu allora che quel magnanimo sterminò la flotta nemica colla famosa battaglia di Curzola, e per Genova ottenne una pace assai vantaggiosa. Corrado poi nel 1299 rinunziò all’uffizio di Capitano, ed andò Ammiraglio in Sicilia chiamatovi dal Re Pietro allora in guerra col Pontefice e con Carlo di Napoli. Con grado uguale fu col Re di Castiglia, e dopo una vita assai operosa morì in patria nel 1304.

Opizzino figlio di Corrado dopo essere stato con Barnaba Doria Capitano della Città come il padre, nel 1309 fu dichiarato Capitan generale e Rettore del popolo, onore che pagò con due anni di esiglio, e con la rovina e l’incendio della sua casa, quando gli avversi Guelfi ebbero il sopravvento. [p. 10 modifica] Tommaso figlio di Guglielmo ispirò stima grandissima ai suoi ed agli estranei. Ei fu glorioso alla Meloria ove a fianco del Doria comandava un buon numero di galere genovesi contro i Pisani.

Gherardo nel 1329 acquistò Lucca dai Tedeschi, e difese tal dominio contro i Fiorentini che a forza gliel contrastavano. Gaspare si rese famoso nella guerra contro i Veneziani del 1380. Sollevò contro loro Trieste, prese Capo d’Istria, Pola, ed altri luoghi vicini. Zaccaria essendo Capitano di alcune navi nel 1435 fece prigione Vicentello da Istria, che avea sottratto quasi tutta la Corsica al dominio genovese. Francesco d’Ottobono nel 1422 con sette galere della Repubblica cacciò i Catalani dalla Sardegna, difese eroicamente Gaeta, liberò la patria dal giogo di Filippo Duca di Milano che l’opprimeva, ed i cittadini riconoscenti lo elessero dei sei presidenti e difensori della Città. Pietro di Cipriano anziano nel 1431 combatté valorosamente a Corfù nel 1432, s’impadronì delle Isole di Nasso ed Andros nell’Arcipelago, e molto danno arrecò ai Veneziani.

Scendendo ai tempi più vicini non posso passarmi dal ricordare Quirico uno de’ più Grandi Capitani del suo tempo, che valorosamente resisté contro i Turchi; Alessandro, cui Carlo V affidò la spedizione contro l’Africa, e che nell’attacco della Goletta salì il primo sulla breccia del nemico; Agostino Signore di Tassarolo che si segnalò alla testa delle truppe genovesi ora gastigando Savona ribellatasi alla Repubblica, ora difendendo e liberando la Corsica dalle armi francesi e turche venute in aiuto all’insurrezione dell’isola; e Federico intrepido Ammiraglio di Spagna, che nella guerra di Fiandra diè prova di straordinario coraggio ed ardire, ed a 33 anni perdé [p. 11 modifica]gloriosamente la vita sotto Ostenda il 24 maggio 1603. Ma colui che ottenne la maggior fama come Capitano dei suoi tempi fu il fratello Ambrogio che per testimonianza dei suoi nemici, e dello stesso suo rivale Maurizio di Nassau era il miglior condottiero che l’Europa vantasse in quel tempo. Ei fu figlio di Filippo Spinola Marchese di Sesto e Venafri in quel di Napoli, e di Polissena Grimaldi dai quali nacque nel 1569. Rimasto in culla orfano del padre si dedicò alla milizia sotto Filippo II di Spagna, per cui servizio reclutò un grosso esercito. Vendicò la morte del fratello coll’espugnazione di Ostenda, e conchiuse cogli stati generali dei Paesi bassi una tregua di dodici anni. Depose le armi per qualche tempo nel 1609, ma le riprese con energia maggiore. S’impadronì di Aquisgrana, Oppenheim, Vezel, Creutznach e di varie altre Città della Germania, e vincitore fece un trattato assai vantaggioso coll’Elettor Palatino, onde poté ricondurre in Fiandra il suo esercito trionfante.

Il Re Filippo IV successo al padre Filippo III nel trono di Spagna volle che nel 1621 si riprendesse la guerra contro l’Olanda. Lo Spinola sebben fosse di avviso contrario a quello del Principe, combatté, e prese Breda e conseguì altre vittorie. Nominato Vicario Generate di Spagna in Italia vinse i Francesi sotto Casale; ma senza i rinforzi, che da Madrid aspettava non poté impadronirsi della Cittadella di quella Città, ove erasi rinchiuso il Maresciallo Thoiras coi suoi valorosi commilitoni. Addolorato per un ritardo che lo arrestava nel mezzo del cammino della gloria infermò sì gravemente che il 25 settembre 1630 in Castelnuovo di Scrivia cessò la vita. Altri Spinola furono per varie cagioni e ragioni illustri, [p. 12 modifica]ma quest’Ambrogio raggiando troppo sull’alto vuol ch’io mi distacchi da loro, ed enumeri almeno gli altri che per altre vie ebbero fama.