Myricae/Alberi e fiori/Il castagno
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IX
a Francesco Pellegrini
Quando sfioriva e rinverdiva il melo,
quando s’apriva il fiore del cotogno,
il greppo, azzurro, somigliava un cielo
4visto nel sogno;
brullo io te vidi; e già per ogni ripa
erano colte tutte le vïole,
e tu lasciavi ai cesti ed alla stipa
8tutto il tuo sole;
e, pio castagno, i rami dalla bruma
ancora appena e dal nevischio vivi,
a mano a mano d’una lieve spuma
12verde coprivi.
Ma poi, vedendo sotto il fascio greve
le montanine tergersi la fronte,
tu che le sai da quando per la neve
16scendono il monte,
ecco, pietoso tu di lor, tessesti
lungo i torrenti, all’orlo dei burroni,
una fredda ombra, che gemè di mesti
20cannareccioni.
E qualche cosa già nell’aspro cardo
chiuso ascondevi, come l’avo buono
che nell’irsuta mano cela un tardo
24facile dono.
Ai primi freddi, quando il buon villano
rinumerò tutti i suoi bimbi al fuoco,
e con lui lungamente il tramontano
28brontolò roco;
e tu quei cardi, in mezzo alle procelle,
spargesti sopra l’erica ingiallita,
e li schiudevi per pietà di quelle
32povere dita....
Tutti spargesti i cardi irti e le fronde
fragili, e tutto portò via festante
la grama turba. Nudo con le monde
36rame, o gigante,
stavi, e vedevi tu la vite e il melo
vestiti d’oro e porpora al riflesso
già delle nevi, e per lo scialbo cielo
40nero il cipresso.
Per te i tuguri sentono il tumulto
or del paiolo che inquïeto oscilla;
per te la fiamma sotto quel singulto
44crepita e brilla;
tu, pio castagno, solo tu, l’assai
doni al villano che non ha che il sole;
tu solo il chicco, il buon di più, tu dài
48alla sua prole;
ha da te la sua bruna vaccherella
tiepido il letto e non desìa la stoppia;
ha da te l’avo tremulo la bella
52fiamma che scoppia.
Scoppia con gioia stridula la scorza
de’ rami tuoi, co’ frutti tuoi la grata
pentola brontola. Il vento fa forza
56nell’impannata.
Nevica su le candide montagne,
nevica ancora. Lieto è l’avo, e breve
augura, e dice: Tante più castagne,
60quanta più neve.