Nel divoto soggiorno

Da Wikisource.
Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Canzoni Letteratura Intestazione 20 gennaio 2024 75% Da definire

Ne' suoi versi fedeli
Questo testo fa parte della raccolta Canzoni sacre di Gabriello Chiabrera


[p. 89 modifica]

XX

PER BERNARDO CASTELLO

Il quale dipinse la chiesa
della Madonna di Savona

Nel divoto soggiorno
     Di questa valle Alpina
     La gente peregrina,
     Che per pietate le ginocchia atterra,
     5Infino a questo giorno
     Altro a mirar non prese
     Se non come cortese
     L’alta Donna del ciel scendesse in terra:
     Invan muovono guerra,
     10Quasi nuovi giganti,
     I Germanici mostri,
     Contra i regni stellanti.
     Scese dagli alti chiostri,
     Scese cinta di rai
     15A pastorel canuto,
     E gli promise ajuto
     Ne’ miserabil guai.
Come s’intese il grido
     Di così gran pietate,
     20Ogni sesso, ogni etate
     Umíl sen venne in questi alpestri orrori,
     Ed al paterno lido
     Nessun rivolse il piede,
     Senza provar mercede
     25Di celeste conforto a’ suoi dolori;
     Quinci infiammati i cori
     Per eterna memoria
     Ersero altari e tempio
     Alla superna gloria.
     30Ben fu d’amore esempio
     Il sagro albergo ascoso
     Nelle montane asprezze;
     Ma l’umane ricchezze
     Nol fean meraviglioso.
35L’Onnipotenza eterna
     Talor par che dispregi
     Le ricche pompe e i fregi,
     Di che sì vaga è la terrena cura;
     Talor anco governa
     40I suoi culti altamente:
     Ed ecco oggi repente

[p. 90 modifica]

     Tutte quelle arricchir povere mura.
     Veggo nobil pittura,
     Parto del tuo pennello,
     45Tutte addolcir le ciglia,
     O mio gentil Castello:
     Leggiadra meraviglia
     I peregrini ingombra,
     Sì con la man dell’arte
     50Son le chiarezze sparte
     Contra gli orror dell’ombra.
Quanti popoli muti,
     E sull’aria nembosa,
     E sulla terra erbosa
     55Girano i guardi, e fanno udire i detti?
     Qui turba di canuti,
     Che da lontan predisse;
     E chi mirando scrisse
     A ricolmar d’alta dolcezza i petti,
     60Ma sotto varj aspetti,
     L’eterna imperadrice
     Or divien Madre, ed ora
     Va su strania pendice;
     Or su nel Ciel s’adora,
     65E le labbra sue stesse
     Muove a pro de’ viventi:
     Noi tristi e noi dolenti,
     Se così non facesse!
Tal ne dipingi; intanto
     70Le peregrine voci
     Van per l’aria veloci,
     Ammirando il valor della tua mano;
     Ma con più chiaro vanto
     Viva fama l’estolle
     75In su sacrato Colle,
     Ove Pietro ha sua reggia in Vaticano:
     Là del pensiero umano
     Trapassa ogni ardimento
     Incomparabil mole
     80Degli occhi altrui spavento:
     Non vede altrove il Sole
     Opre di man sì rare,
     Pur tra le più gradite
     Tue tele colorite
     85Quivi a mirar son care.
Schiera del ciel diletta
     Allor che il dì s’asconde,
     Ara co’ remi l’onde
     Dell’alma Galilea per la riviera;
     90Pietro sull’acque affretta
     Fuor della nave il piede
     Tosto che gir vi vede
     Il suo Signor, che all’universo impera:
     Il suo cammin dispera,
     95Ed al Maestro grida;
     Egli la man gli porge,
     Ed a salute il guida,
     Chi ciò scorge, non scorge,
     Castel, colori e tele,
     100Scorge animata gente:
     Tanto sì bene ei mente
     Il tuo pennel fedele.