Odi navali/La nave

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La nave

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Odi navali Pel battesimo di due paranze
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LA NAVE.

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Va, va con la tua forza che doma la forza del mare,
con tutte bandiere spiegate,
va, va dove il Destino ti scorge il tuo solco infinito,
o Nave, più bella e più grande
5d’ogni altra a le tempeste commessa da gente mortale!


Va, va con la tua forza! O Nave, è in te più che il vigore
dai secoli infuso nei tronchi
de le selve terrestri. O Nave, è in te più che la tempra
del ferro cui tratto da l’ime
10viscere de la Madre provaron la fiamma e l’incude.

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Va, va! Con la tua prora attingi i confini de l’acque!
Tu porti un terribile incarco.
Tutte, o Nave, le glorie degli uomini, tutte le glorie
degli uomini ne la carena
15profonda con gran rombo sul gorgo oceanico porti.


Dal sommo de le antenne eccelse che sanno la nube
tonante e la folgore intatte,
giù per le sàrtie, a poppa, a prora, in un vento di gioja
ondeggiano come una selva
20eroica le belle bandiere di tutte le glorie:


— quella che su la torre sanguìnea de l’espugnata
città, sotto il vol de la Morte,
lacera tenne e infisse l’incolume poliorcète
(sostava d’in torno la strage
25dal prodigio interrotta: udivasi il drappo garrire);


quella in cui cadde avvolto l’eroe disperato a difesa
de l’ultimo ponte, morendo
in vano; quella aperta al torrido sole, su terra
ignota, in conspetto d’un grande
30fiume misterioso, tra nembi di frecce letali;

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quella nel radiante silenzio de l’artico gelo
alzata in conspetto del mare
libero, mentre tutta pareva sospesa la vita
del mondo sul palpito umano
35e pendevan gli aloni come larve di astri sul polo;


quella che bianca e pura nel fumido vento, nel rombo
continuo de la battaglia,
simbolo tutelare, protesse la tenda ove china
su orride piaghe l’umana
40pietà senza lacrime compiva prodigi ignorati;


quella, più gloriosa d’ogni altra nei cieli, che stette
altissima su la più alta
cupola dei palagi di ferro e di vetro — rivali
dei templi — ove accolse la Pace
45misti nell’opre nuove il genio e la forza dell’Uomo:


tutte, giù per le sàrtie, a poppa ed a prora, in un vento
di gioia le belle bandiere
ondeggiano splendendo come incorruttibili fiamme;
ondeggiano — e l’aere in dietro
50arde — mentre tu passi il gorgo oceanico, o Nave.

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Va, va con la tua gloria, o Nave; oltre che tutte le sirti
attingi l’Atlantide estrema;
giungi la terra ignota che libera guardando i cieli
ridenti, che libera il Sole
55ama. Va, va o Nave, secura oltre tutte le sirti,


là dove i figli eguali d’innanzi a la Madre comune
partiscono il frutto e la fiamma;
dove in città sonanti di popolo laborioso
onorasi il vecchio dei campi
60che esercitò la vita nell’opera sacra del pane;


dove, fuor d’ogni giogo e fuor d’ogni vincolo, ognuno
espande il poter che in sé chiude;
dove ognuno in sé stesso è sovrano, ha in sé le sue leggi,
ha in sé la sua forza e il suo sogno;
65dove fratello al grande pensiero è il tenace lavoro;


dove sorgono e stanno come inviolabili querci
tra gli uomini i grandi pensieri;
dove scende invocata dai puri poeti e serena
tra gli uomini sta la Bellezza;
70dove l’amore crea la vita e respira la gioja.

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Va, va, o Nave, corri secura oltre tutte le sirti;
attingi l’Atlantide estrema;
reca a la nuova terra le glorie degli uomini e i segni.
Va, va! Come l’àlbatro è forte
75l’anima che ti segue sul gorgo oceanico, o Nave.