Opere Complete Tomo VI - Commercio Epistolare Tomo II/Lettere/Al padre benedetto castelli a Roma - Arcetri 17 maggio 1632

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LETTERE

DI GALILEO




al padre benedetto castelli a roma1


Arcetri, 17 Maggio 1632


      Dice voler mandare a Roma un numero di copie legate del suo Dialogo. — Alla presente risponde il Castelli con sua del 99, autografa (Inedita) in Palatina.      


Non so per qual cagione la S.V. si prenda gusto di mantener viva la speranza in me d’esser nel presente secolo per ottener mai un soldo di quelli immensi tesori, che sì ampliamente si distribuiscono a tanti altri. Di grazia esclami liberamente col verso del Petrarca:


Non sperar di vedermi in terra mai


Ad rem: sono due mesi che feci legare e dorare buona partita de’ miei libri, per inviarli costà a chi si devono: non è stato possibile il mandarli sicuri per le strettezza dei passi2: sono ancora appresso di me, e si manderanno come si possa. Sciolti intendo che ve ne siano penetrati; ma io, giacchè ho fatto la spesa, voglio pur mandarli legati, e intanto non l’altrui desiderio, ma la mia vanità abbia pezienza. [p. 2 modifica]Nel rileggerlo mi sono incontrato in un errore di stampa tralasciato, che è alla faccia 228, versi 12 e 13, dove li numeri 72 e 100 devono correggersi in 12 e 36; ne mando all S.V. sei stampini da attaccarsi al luogo congruo nella tavola della correzioni, e la prego a farli pervenire in mano di quelli che avranno sinora avuto il libro; e in particolare ai PP. Gesuiti, acciocchè il P. Scheiner, che in questo luogo vi è censurato, non ai attaccasse a questa benchè minima scorrezione.

Vivo ansiosamente d'intender del nostro Mecenate3. essendosi quì sparsa non so che novità, sebben poi mitigata assai; non manchi in grazia di scrivermi subito. Io poi vo contiuamente intarsiando nuove cosette nel medesimo libro, secondo che sento esser promossi scrupoli e difficoltà, ed in particolare intendo i peripatetici strepitare, ed il Chiaramonti rispondere in sua difesa. Se ella ancora sente che qualche sfaccendato esamini e opponga, me ne dia conto.

Ho travagliato da due mesi in qua per gli occhi; ora comincio a poter leggere un poco, ed a riavermi di alcune alterazioni di stomaco sopraggiuntemi da sei giorni in qua. Faccia in mio nome i soliti officii caldissimamente; mi ami, e mi comandi. — Prosit nova dignitas4


  1. MSS. Gal., Par. I, T. 4, autografa, edita dal Venturi, P. II, p. 115.
  2. In causa del contagio, che allora infieriva.
  3. Il Ciampoli. Vedasi la nota seguente.
  4. Nota il Venturi: «Si vede, che la pensione conceduta dal Papa a Galileo non gli era pagata. In altra lettera successiva del 23 ottobre dello stesso anno, il Castelli annunzia, che Ciampoli è decisamente disgraziato: nel mese susseguente partì per recarsi al governo concedutogli di Montalto in speciem honori, ma realmente per allontanarlo de Roma».