Oreste (Euripide - Romagnoli)/Quarto stasimo

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Quarto stasimo

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Euripide - Oreste (408 a.C.)
Traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1930)
Quarto stasimo
Quarto episodio Quinto episodio
Questo testo fa parte della raccolta I poeti greci tradotti da Ettore Romagnoli


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elettra

Strofe
Amiche mie Micènidi,
o schiera in Argo la pelasga eletta!

coro

Sacra regina, ché ancóra dei Dànai
nella città questo nome ti spetta.

elettra

Veglino altre di voi questa carraia,
la reggia a custodire, altre altra via.

coro

Perché dunque m’affidi tal compito?
Dillo, o diletta mia.

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elettra

Temo che, mentre si compie la strage,
giungendo alcuno dinanzi alla reggia,
accresca i mali di nuova compage.

semicoro i

Dunque movete, andiamo: io sarò scólta
a questa via che verso Aurora è volta.

semicoro ii

Ed a questa io, che vòlta è verso il Vèspero.

elettra

Dunque, volgi qua e là, per ogni banda,
lo sguardo obliquo; e poi qui ancora torcilo.

coro

Io faccio, e tu comanda.

elettra

Antistrofe
L’occhio gira: tra i riccioli
lo sguardo tuo d’ogni parte dardeggia.

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semicoro i

Sopra la strada chi approssima? Un rustico?
Chi mai sarà? Si dirige alla reggia?

elettra

Siam perdute! Ai nemici ei dirà súbito
che qui si ascondon queste armate fiere.

semicoro i

No. non temere: contro quanto immagini,
qui deserto è il sentiero.

elettra

La vostra parte, pur essa è sicura?
Oh, dammi dammi la buona notizia
ch’è la via sgombra dinanzi alle mura!

semicoro i

Di qui va bene: alla tua parte bada:
ché niun dei Danai vien per la mia strada.

semicoro ii

Nessun si vede: diciamo il medesimo.

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elettra

Dunque, aspettate, ché origlio alle porte,
ora che tutto è tranquillo. — A che l’opera
indugiate di morte?
Non m’odono! Oh i miei danni, oh trista me,
il ferro innanzi alla beltà si spunta!
Già degli Argivi alcuno, armato il pie’
muove al soccorso, la reggia ha raggiunta. —
Guardate meglio: non è di quiete
quest’ora: l’occhio qua e là volgete.

coro

L’occhio volgo dovunque, a manca e a dritta!
Dall’interno si levano altissime grida.

elena

Argo, ahimè, muoio d’infame trafitta!

semicoro i

Deh! Gli amici già sono al cimento!

semicoro ii

D’Elena è questo, mi pare il lamento.

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elettra

Potere eterno di Giove, a soccorrere
gli amici nostri discendi discendi!

elena

Muoio! E tu, Menelao, non mi difendi?

elettra

Uccidetela, uccidetela, sterminatela,
la spada a doppio taglio con valida
mano vibrate contro la femmina
che padre e sposo tradí, sterminio
fece degli Èlleni,
che presso al fiume pugnando caddero,
dove per opera di ferree cuspidi
sempre su lagrime cadevan lagrime
dello Scamandro lunghessi i vortici.