Osservazioni, progetti, e consigli risguardanti l'agricoltura nel Trentino ora Tirolo italiano/III

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Metodo usato nell’istruire i giovani contadini da un maestro di scuola

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Metodo usato nell’istruire i giovani contadini da un maestro di scuola
II IV
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METODO

USATO NELL’ISTRUIRE

I GIOVANI CONTADINI

DA UN MAESTRO DI SCUOLA




Un Maestro di scuola in un villaggio aveva osservato ei medesimo e letto, che la gente di questo mondo segue nell’operar suo i dettami che sono il risultato de’ suoi pensamenti, cioè che opera quello di che la sua mente è più occupata: e notato aveva ancora che le menti delle persone si occupano in tutta la vita unicamente, o principalmente, di quello che videro ed udirono per lungo spazio di tempo nella loro gioventù.

Sapendosi egli obbligato d’insinuare a’ suoi scolari sentimenti religiosi, ma pur anco d’istradarli al bene e volonterosamente operare nella loro condizione di contadini, che è pur cristiano precetto, il quale osservato apporta utile per questa e per l’altra vita, fondando le sue speranze sul principio esposto, immaginò maniera di rendere la [p. 15 modifica]istruzione piacevole e fruttuosa, maniera che un esito felice coronò.

Doveva insegnare aritmetica, e date le regole delle principali operazioni, incominciò, così per passatempo, il numerar coll’ajuto de’ fanciulli quanti uomini, e quante donne, giovani e vecchi, vivevano in quella terra, e ne risultò il numero della popolazione. Poi fecero insieme il calcolo di quelli che sono atti al travaglio in campagna, di quelli che non possono lavorarvi, di quelli che stanno ivi lavorando tutto l’anno, e di quelli ch’emigrarono per lavorare o servire altrove, dal quale calcolo risultò quanti sieno i lavoranti, e per quanto tempo un uomo, una donna, possa in tutta la sua vita lavorare in pro suo e di altri. Passò indi a computare il frutto annuo che si ricava dalla terra lavorata dai proprii paesani in carri di fieno, staja di grano, misure di vino, libbre di seta, passi di legname ec. e ridotta la somma a denaro, vi si aggiunse il guadagno di quelli che vanno a lavorare fuor di paese.

Il numero delle bestie nutrite nella villa, fin delle galline, si rilevò dai ragazzi in un momento; poi si fece computo di quanto esse costino in opera di chi ne ha cura, in fieno, in grano, in patate ec. Fatto questo si esaminò quanto sia il frutto che se ne ricava in concime, in latte, in uova, in carni, in pelli, e in denaro effettivo colla vendita degli [p. 16 modifica]allievi: e dalla somma totale si fece detrazione di quello, che si rilevò uscire per comperare animali.

Altre volte numeravansi le case della villa, e, considerata la condizione d’ognuna, avendo riguardo ai comodi e alle mancanze, se ne faceva la stima; indi si rilevava il valore de’ carri, de’ rustici attrezzi, delle mobilie di una casa, indagando quali e quanti oggetti si preparavano in paese, e quali e quanti si debbono comperare, e a qual prezzo, e con che si pagano. Non tralasciò poscia di fare il novero degli artigiani che lavorano in paese e di quelli che mancano, e delle somme che debbonsi esporre per pagare l’opera degli estranei. Calcolò il guadagno annuo d’un calzolajo, d’un sarto, di un tessitore, d’un fabbro, d’un falegname, d’un muratore, e fece sopra ciò sue riflessioni.

Venne a parlare del necessario e del superfluo in cibi, in bevande, in vestimenti, in viaggi, in ricreazioni, e tutto sottopose a calcolo quanto potevasi esatto, e tirò conseguenze, e fece, e indusse i giovani a fare osservazioni, e proponimenti. Questi calcoli davangli poi l’opportunità di chiedere quanti e quali fossero i campi, i prati, le vigne, i boschi, in cui scorgevasi diligente coltura; e numerando, ed approssimativamente misurando que’ tratti di terreno che vedevansi trascurati, e potevansi coltivare meglio, alla maniera di quelli, mostrava a conti [p. 17 modifica]fatti quanta maggiore prosperità goderebbe quel paese quando tutti coltivassero bene le loro terre.

Non voglio essere nojoso ai Lettori col dire tutto quello che il bravo e zelante Maestro venne col suo metodo insegnando ai ragazzi. Ognuno può dal detto immaginarselo facilmente. Ma ben debbo far osservare che gli Scolari si prestavano con piacere a tutte le operazioni, e che andavano a gara nell’osservare, e riferire tutto con esattezza. E quello che più importa che sappiasi è, che quel rivolgere l’attenzione sopra ogni cosa spettante all’agricoltura e all’economia, quel porre tutto a calcolo, valse ad istruire eccellentemente, nelle cose necessarie ed utili a sapersi e a farsi, quella generazione, dalla quale sortirono bravi agricoltori e saggi economi, che notabilmente migliorarono la propria condizione, e quella di tutto il villaggio.