Otello (Boito)/Atto primo/Scena seconda
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Arrigo Boito - Otello (1887)
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Otello, Jago, Cassio, Montano, popolo, soldati; più tardi Desdemona.
- OTELLO
- seguito da genti con fiaccole
- Abbasso le spade!
- I Combattenti s’arrestano. Le nubi si diradano a poco a poco
- Olà! Che avvien? Son io fra i Saraceni?
- O la turchesa rabbia è in voi trasfusa
- da sbranarvi l’un l’altro? Onesto Jago,
- per quell’amor che tu mi porti, parla.
- JAGO
- Non so... qui tutti eran cortesi amici,
- dianzi, e giocondi... ma ad un tratto, come
- se un pianeta maligno avesse a quelli
- smagato il senno, sguainando l’arme
- s’avventano furenti... avess’io prima
- stroncati i pie’ che qui m’addusser!
- OTELLO
- Cassio,
- come obliasti te stesso a tal segno?
- CASSIO
- Grazia... perdon... parlar non so...
- OTELLO
- Montano...
- MONTANO
- sostenuto da un soldato
- Son ferito...
- OTELLO
- Ferito!... pel cielo
- Già il sangue mio ribolle. Ah! l’ira volge
- l’angelo nostro tutelare in fuga!
- accorendo a Desdemona
- Che? La mia dolce Desdemona anch’essa
- per voi distolta da’ suoi sogni?
- Cassio, non sei più capitano.
- Cassio lascia cadere la spada che è raccolta da Jago
- pergendo la spada di Cassio ad un soldato
- JAGO
- a se stesso
- (Oh, mio trionfo!)
- OTELLO
- Jago, tu va nella città sgomenta
- con quella squadra a ricompor la pace.
- Jago esce
- Si soccorra Montano. Al proprio tetto
- Montano è accompagnato nel Castello
- Ritorni ognun. Io da qui non mi parto
- a tutti con gesto imperioso
- se pria non vedo deserti gli spaldi.
La Scena si vuota. Otello fa cenno agli uomini colle fiaccole che lo accompagnano di rientrare nel castello.