Pagina:AA.VV. - Commedie del Cinquecento, Vol. I, Laterza, 1912.djvu/269

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atto quarto 261

          pensare a questo; che a te non sta male,
          s’ei fosse ancor da piú. Fa’ che la sposi;
          e lascia dir ciascun.
          Calonide Di’ che mi parli
          e qualcosa sará. Ma voglio prima
          ben consigliarla.
          Artemona Questo fie ben fatto.
          Cosí son per ridirgli. Poi, dimane,
          vedrò che venga in qua.
          Calonide Come ti piace.
          Dch! prega Iddio per me che questa cosa
          si faccia, se fia il meglio.
          Artemona Sempre io ’l faccio.
          Calonide Piglia questi duo soldi.
          Artemona Dio vel meriti
          e san Francesco. Tu ci sei pur giunta!
          Non ti varrá il consiglio e l’orazioni,
          che l’avrai in barba. Bisogna cervello,
          in queste cose! Ora qui non manca altro
          se non ch’ei venga qua duo volte o tre
          e sappia governarsi. Io penso un tratto.
          Non passò ancor duo giorni.

SCENA IV

Filocrate, cognosciuto il suo errore, esce vestito di sacco predicando ed, in penitenza del suo fallo, dilibera andare a San Iacopo di Galizia; ed è da Pilastrino e Fileno beffato e straziato.

Filocrate vestito di sacco, Pilastrino, Fileno.

          Filocrate Troppo tardi,
          lasso! si grande errore ho cognosciuto.
          Noi, che siam nati a la gloria del cielo,
          lasciarsi al senso, che è de la ragione