Oh che bel fregio a si onorata casa!
Che direbbe ciascuno? Crisaulo È vero e certo
ch’io la sposava o che sarebbe in breve
seguito la mia morte; che non basta
il nostro ingegno a schifar le fortune
e i casi avversi che sono imminenti.
Che possiam contra ’l ciel? Fileno Bisogna, adunque,
uscir d’errore ed a l’antico male
porger rimedio, poi che v’è gagliardo.
Fuggiam, per qualche di, l’occasione,
che fa peccar talor l’anime elette,
ed andianne a diporto; ove vedrai
ogni virtute ed ogni sentimento
surgere in te come da morte a vita.
Lasciati governare. Crisaulo Io sono stato,
un tempo, appunto com’un uom che è morto
e non esce di pena; e in stato tale
mi son trovato che ho portato invidia
a chi morio giá un tempo o mai non nacque.
E fui giá tal che or sol la rimembranza
mi toglie parte del piacer presente.
Or che posso gioir, lasciami alquanto
restare ove è ’l mio core e la mia vita,
se tu non vuoi ch’io mora. Fileno Addio, Crisaulo.
Dissi ben io che ci saria che fare
che tu voglia ora uscir de la calcina,
ch’altrui non par sentir mai che l’offenda
per fin che non l’ha roso in fine a l’osso.
A te verrá come al villanel suole,
che, per cogliere il mele ai nidi d’api,
si ferma si che, prima che si parta,
guasto n’ha malamente gli occhi e ’l volto.