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Pagina:AA.VV. - Commedie del Cinquecento, Vol. I, Laterza, 1912.djvu/377

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atto quarto 369


ATTO IV

SCENA I

Pedante e Stragualcia.

Pedante. Egli ti starebbe molto bene ch’egli ti desse cinquanta bastonate per insegnarti, quando e’ va fuore, a fargli compagnia e non t’imbriacasse e poi dormire, come hai fatto, e lasciarlo andar solo.

Stragualcia. E voi doveria far caricar di scope, di solfo, di pece, di polvere e darvi fuoco per insegnarvi a non esser quel che voi séte.

Pedante. Imbriaco! imbriaco!

Stragualcia. Pedante! pedante!

Pedante. Lassa ch’io trovi il padrone!...

Stragualcia. Lasciate ch’io truovi suo padre!...

Pedante. Oh! A suo padre che puoi dir di me?

Stragualcia. E voi che potete dir di me?

Pedante. Che tu sei un gaglioffo, un manigoldo, un infingardo, un poltrone, un pazzo, uno imbriaco, posso dire.

Stragualcia. E io che voi séte un ladro, un giocatore, una mala lingua, un barro, un mariuolo, un frappato re, un vantatore, un capo grosso, uno sfacciato, uno ignorante, un traditore, un sodomito, un tristo, posso dire.

Pedante. Noi siamo conosciuti.

Stragualcia. Voi dite ’l vero.

Pedante. Basta: non piú parole. Non mi vo’ metter con un par tuo, che non m’è onore.

Stragualcia. Si, per Dio! Tutta la nobilita della Maremma è in voi! Sareste mai altro che figliuol d’un mulattiere? Non son io nato meglio di voi? Pare onesto a questo furfante, poi che sa dir «cuius masculini», di tener ognun sotto i piei.